"La delibera n. 886 del 17 settembre 2025, con cui il Commissario straordinario dell’ASP di Catanzaro ha approvato il documento di riorganizzazione della rete diabetologica integrata, rappresenta un duro colpo per migliaia di pazienti affetti da diabete sul territorio. Dietro il linguaggio tecnico e le premesse che richiamano principi condivisibili – continuità assistenziale, equità di accesso, appropriatezza terapeutica – si cela infatti una scelta che va in direzione opposta: la chiusura degli ambulatori di diabetologia nei presidi di Chiaravalle, Badolato, Squillace e Girifalco. Un taglio che priva intere comunità di un punto di riferimento sanitario essenziale, costringendo i malati cronici a spostamenti sempre più lunghi e difficoltosi per ricevere cure di base e controlli periodici". Lo scrive in una nota stampa Enzo Bruno, già Presidente della Provincia di Catanzaro.
"Parliamo di oltre 20.000 cittadini affetti da diabete solo nell’ambito dell’ASP di Catanzaro, inclusi bambini e donne in gravidanza, per i quali la vicinanza ai servizi non è un dettaglio ma un fattore cruciale per la qualità e la continuità delle cure. Lungi dal garantire “equità di accesso”, questa riorganizzazione rischia invece di aumentare le disuguaglianze, penalizzando in particolare i pazienti più anziani, coloro che non dispongono di mezzi di trasporto autonomi o che vivono in aree interne già segnate da carenze infrastrutturali.
Non solo: la delibera non indica alcun piano di potenziamento del personale, di stabilizzazione dei diabetologi precari o di attivazione di servizi innovativi come la telemedicina, già prevista nei DCA regionali 11/2018 e 96/2021 ma mai attuata in modo capillare. Così, ciò che si definisce come “riorganizzazione” rischia di essere soltanto un ridimensionamento della rete, con minore capillarità e maggiori disagi per gli utenti.
Gravissimo appare anche il mancato raccordo reale con l’Azienda ospedaliero-universitaria “Renato Dulbecco”: l’integrazione tra ospedale e territorio, più volte richiamata dalle normative regionali, resta sulla carta, senza strumenti operativi per evitare sovrapposizioni, vuoti assistenziali e duplicazioni.
Difendere i pazienti diabetici significa tutt’altro che ridurre i presidi di prossimità: vuol dire garantire accessibilità diffusa, rafforzare gli ambulatori territoriali, investire su equipe multidisciplinari, rendere disponibili tecnologie di monitoraggio e cure innovative. Al contrario, la delibera 886/2025 rischia di isolare ulteriormente i malati e di trasformare un diritto alla salute in un percorso a ostacoli.
Chiediamo che l’ASP di Catanzaro e la Regione Calabria tornino sui propri passi e aprano un confronto reale con associazioni di pazienti, professionisti sanitari e amministrazioni locali. Non è con tagli e chiusure che si tutela la salute, ma con scelte coraggiose e lungimiranti capaci di mettere al centro le persone".
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