di RITA TULELLI
"Non hai figli? Come mai?" Una domanda semplice, apparentemente innocente. Ma quante volte, dietro quelle parole, si nasconde un giudizio non richiesto? Nel 2025, ci si aspetta che una donna possa scegliere liberamente se diventare madre oppure no. Eppure, nella realtà quotidiana, questa libertà spesso si scontra con una rete invisibile di pressioni sociali, sguardi che interrogano, frasi dette a metà. Come se una donna senza figli fosse incompleta, sbagliata, fuori posto. Ma è davvero così? Sempre più donne oggi decidono consapevolmente di non avere figli. Alcune lo fanno per seguire la propria carriera, altre perché non sentono il desiderio della maternità. C’è chi mette al primo posto la libertà, chi ha scelto di dedicarsi a un progetto, chi semplicemente ama la propria vita così com’è. E tutte queste scelte sono legittime, personali, profondamente rispettabili. Eppure, spesso sono ancora viste come deviazioni da un copione prestabilito. Perché, in fondo, c’è ancora l’idea che la maternità sia il traguardo “naturale” di ogni donna. Ce lo insegnano i film, la pubblicità, perfino certe conversazioni in famiglia.
Cresciamo con l’idea che, prima o poi, una donna debba diventare madre. Se non lo fa, scatta l’interrogativo: cosa le manca? La verità è che non le manca niente. Essere madre può essere una meravigliosa esperienza di vita, ma non è l’unica. Non è un dovere, né una misura del valore personale. Eppure, molte donne che scelgono un'altra strada si ritrovano ancora a dover giustificare la propria decisione, come se si trattasse di una rinuncia, anziché di una scelta consapevole. Fortunatamente, qualcosa sta cambiando. Sempre più donne parlano apertamente della loro scelta di non avere figli. Attrici, scrittrici, scienziate, donne comuni. Le loro storie stanno rompendo il silenzio, scardinando lo stereotipo della donna “realizzata solo se madre”. E se imparassimo a guardare la maternità per quello che è una possibilità, non un obbligo? Se smettessimo di usare la parola “egoista” per chi decide di non avere figli e cominciassimo a parlare di coerenza, di ascolto, di libertà? In fondo, amare non è solo crescere un figlio.
È anche dedicarsi a sé stesse, al proprio lavoro, agli altri in mille forme diverse. L’amore non ha un solo volto. Essere donna non significa seguire un copione scritto da altri. Significa scegliere, con consapevolezza, il proprio cammino. E quel cammino, con o senza figli, è comunque pieno, dignitoso, completo. Forse è ora di smettere di chiedere “Perché non hai figli?” e cominciare a chiederci: “Perché ci aspettiamo che tutte li abbiano?”
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