di NICCOLO' RUSCELLI*
Nonostante tutto il male che ogni giorno ci viene raccontato dai telegiornali: guerre, violenze, ingiustizie, crisi morali e sociali e nonostante il clima di incertezza e di paura che sembra soffocare ogni speranza, soprattutto la paura di un progressivo annientamento delle coscienze umane, il messaggio cristiano è ancora vivo.
Anzi, proprio in questi tempi oscuri, quel messaggio di amore, perdono e compassione diventa ancora più urgente. Diventa un dovere morale, prima ancora che spirituale, farci prossimi agli altri, ascoltare, comprendere, accogliere.
L’empatia non è debolezza, ma la forma più autentica di resistenza. È la risposta umana e cristiana a un mondo che rischia di diventare indifferente. In mezzo a tanto rumore, la scelta di amare resta l’unica voce che può davvero cambiare le cose.
Nel silenzio di Dio non c'è assenza, ma una domanda che ci interpella: interpretarlo è ascoltare l’eco del divino nella fragilità dell’umano.
Se la manifestazione di Dio si imponesse all’uomo in tutta la sua infinità, la coscienza umana, assorbita dalla vertigine dell’Assoluto, perderebbe la capacità di cogliere la finitezza dell’altro. L’incontro con l’Infinito, anziché aprire alla compassione universale, rischierebbe di saturare l’orizzonte dell’esperienza, rendendo opachi i segnali dell’umano. In tal modo, l’uomo, accecato dalla luce divina, potrebbe divenire sordo alla voce dei suoi simili, generando non una pienezza spirituale, ma un vuoto empatico.
L'assenza di una manifestazione palese di questo infinito, ci permette di perseguire la missione empatica cristiana: la ricezione delle manifestazioni altrui; delle coscienze altrui.
La bellezza salverà il mondo, ma chi salverà la bellezza? Salvare le coscienze è l'unico modo per farlo.
È nella voce silente di Dio che impariamo ad ascoltare davvero: il Suo tacere ci educa a cogliere la parola nascosta negli altri, come fosse parte del Suo stesso messaggio. Per mantenere i rapporti, non bisogna però cadere nei convenevoli.
I convenevoli rappresentano la grammatica superficiale dell’interazione umana, un codice implicito che regola l’accesso reciproco tra soggetti all’interno di una struttura sociale complessa. Essi sono la forma minima e condivisa di linguaggio relazionale, svuotata di contenuto autentico ma necessaria per il mantenimento dell’ordine simbolico.
Questa teoria parte dal presupposto che l’essere umano moderno viva immerso in una sovrastruttura di rappresentazioni, norme e ruoli, in cui il valore dell’esperienza viene spesso filtrato, attenuato o neutralizzato attraverso rituali verbali ripetitivi e privi di carica affettiva reale. I convenevoli sono dunque l’ossatura invisibile della convivenza civile, essenziali per l’ingranaggio sociale ma profondamente alienanti per l’individuo che cerca autenticità.
Essi funzionano come cuscinetti di sicurezza tra gli ego, impedendo l’impatto violento dell’alterità reale.
*Rappresentante degli studenti UMG
Testata giornalistica registrata presso il tribunale di Catanzaro n. 4 del Registro Stampa del 05/07/2019.
Direttore responsabile: Enzo Cosentino. Direttore editoriale: Stefania Papaleo.
Redazione centrale: Via Cardatori, 9 88100 Catanzaro (CZ).
LaNuovaCalabria | P.Iva 03698240797
Service Provider Aruba S.p.a.
Contattaci: redazione@lanuovacalabria.it
Tel. 0961 873736