S. Anna Hospital. Le questioni ancora 'appese' e il complicato 'sblocco' dei milioni pregressi

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Sant'Anna hospital di Catanzaro
  20 gennaio 2021 15:58

di GABRIELE RUBINO

La partita del Sant’Anna Hospital è tutt’altro che chiusa. E non è detto che si limiti soltanto alla clinica catanzarese. Dopo la delibera dell’Asp di Catanzaro con cui si riconosceva un parere favorevole al mantenimento dei requisiti di accreditamento – seppure condizionato alla riattivazione dell’attività del reparto Utic sospesa dal primo ottobre 2019 e il superamento di altre prescrizioni minori (LEGGI QUI I DETTAGLI)-, il pallino è passato alla Regione. Il dipartimento ha richiesto alla proprietà l’invio della formale richiesta per attivare la pratica. Documenti effettivamente trasmessi. La sensazione positiva respirata negli ultimi giorni è stata impressa anche dell’impegno (verbale) assunto dal commissario ad acta, Guido Longo, di firmare l’atto sull’accreditamento. Tuttavia, non c’è certezza sui tempi e anche il contenuto del provvedimento avrà un certo peso. Ammettendo che Longo 'accrediti' ci sono diverse strade: quello 'secco' tout court, quello provvisorio o ancora il commissario potrebbe dare il via libera subordinandone l’efficacia al superamento di ulteriori prescrizioni, anche diverse da quelle formulate dall'Asp. Ricordiamo che la tesi dell'Asp (a cui poi di fatto si è accodata la Regione, intesa come dipartimento) è del mancato rinnovo dell'accreditamento. 

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In ogni caso, questo non vuol dire che il Sant’Anna Hospital potrà recuperare le somme del 2020. Il tetto di spesa fissato dall'ex commissario Saverio Cotticelli ammontava a circa 29 milioni di euro. La clinica, per l’anno appena trascorso, resta senza contratto. La sensazione che si respira dalle parti dell’Asp di Catanzaro è che quel contratto e quella cifra non sarà mai riconosciuta alla struttura privata. Senza troppi giri di parole, la commissione prefettizia (il cui mandato è stato da poco prorogato dal Consiglio dei ministri di altri sei mesi rispetto alla scadenza che era fissata a marzo) non può che non avere una grandissima opinione della proprietà che sta alle spalle della clinica viste le pesanti accuse dell’inchiesta ‘Cuore Matto’. L’attuale CdA ha provato in ogni modo a scindere le faccende ma l’ombra nella mente dei prefetti resta. E Longo, da ex prefetto di Vibo Valentia, non pare proprio di diverso avviso rispetto ai suoi 'colleghi'.

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Questa è la partita sul recentissimo passato. Poi c’è quella del futuro, cioè già da quest’anno. Ammettiamo che Longo con un suo atto riconosca l’accreditamento alla clinica, poi servono i passaggi successivi: contrattualizzazione, prestazioni e pagamenti. Prima ancora però ce ne dovrebbe essere un altro. Ogni anno, la Regione (quindi il commissario ad acta) definisce i tetti massimi di spesa delle diverse branche della sanità privata. Le principali sono: assistenza territoriale, specialistica ambulatoriale e assistenza ospedaliera. Il core business del Sant’Anna Hospital rientra in quest’ultima. I ‘budget’ sono definiti con decreto del commissario. Se già all’interno della ripartizione su base regionale del 2021 ci sarà la quota assegnata alla struttura catanzarese allora ci potrebbero essere buone speranze. Diversamente il problema esploderà di nuovo.

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Infine c'è una tesi strisciante, che peraltro ha fatto capolino in alcune dichiarazioni dei consiglieri regionali della nella seduta della Commissione Sanità svoltasi ieri. Siamo sicuri che gli addebiti (sull'accreditamento) mossi al Sant'Anna Hospital non sia riproducibili a tutti gli altri privati che operano con la sanità calabrese? Un'indagine in questo senso non può che partire dagli uffici regionali. C'è chi sostiene che si aprirebbe un'autentica voragine, altri invece tendono a ridimensionare la questione. Senza dubbio sarebbe una bella gatta da pelare. E la partita 'allargata' potrebbe essere esplosiva. 

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