Scarpino (Corecom): "Quando il silenzio diventa ombra, la morte dei neonati a Reggio e il vuoto affettivo"
Fulvio Scarpino
13 ottobre 2025 15:06
"Tra il 9 e il 10 ottobre 2025, a Reggio Calabria, una giovane è stata posta ai domiciliari con l’accusa di aver ucciso due neonati partoriti in casa nel luglio 2024; dalle indagini è emersa anche l’ipotesi di un terzo infanticidio avvenuto nel 2022. I corpi dei bimbi del 2024 furono ritrovati in un’abitazione della frazione Pellaro; è indagato anche il compagno. Sono fatti in corso di accertamento, affidati all’Autorità giudiziaria.
Non basta dire “tragedia”: occorre chiedersi cosa non ha funzionato prima del fatto. La prospettiva clinico-educativa ci ricorda che la genitorialità non nasce automaticamente dal parto: è un processo affettivo che chiede riconoscimento, rete, presa in carico. Quando l’alfabeto emotivo manca—quando vergogna, solitudine e negazione divorano la realtà—la mente può smarrirsi fino a esiti estremi. È qui che la comunità educante fallisce: se l’educazione affettiva non precede (e nutre) quella digitale e informativa, restiamo senza strumenti per nominare il dolore, chiedere aiuto, tollerare il conflitto, dare un nome alla paura.
Questa è la zona d’ombra che la cronaca ci mette davanti: non un mostro improvviso, ma una sottrazione lenta di legami. Non bastano norme e sanzioni; servono legami protettivi, percorsi precoci di alfabetizzazione emotiva, orientamento nei servizi, ascolto non giudicante. La tecnologia, da sola, non salva né rovina: amplifica ciò che siamo. Per questo la prevenzione vera comincia molto prima delle piattaforme—nel lessico dell’empatia, nel riconoscere i segnali, nel rendere accessibile la richiesta d’aiuto.
Da questa convinzione nasce il percorso del Corecom Calabria: un lavoro che ha scelto di partire dal cuore (affetti, emozioni, relazioni) per arrivare alla mente (regole, competenze, scelte online). Con il Premio “Lucia Abiuso” abbiamo coinvolto studenti nella creazione di cortometraggi su cyberbullismo e uso responsabile della rete, con votazioni aperte sui social: la cittadinanza digitale praticata, non predicata.
Nel 2025 è stato presentato e avviato Corecom Academy in Tour, progetto pilota che integra educazione affettiva ed educazione digitale, nato da accordi istituzionali e pensato per scuole, famiglie e territori: workshop, “patentino digitale”, prevenzione dei reati online, alfabetizzazione emotiva come premessa della competenza in rete. È un’iniziativa riconosciuta come progetto pilota nazionale da testate e atti ufficiali, con protocolli formalizzati.
Cosa significa, concretamente
Prima il cuore, poi la rete. Ogni modulo formativo inizia da emozioni, empatia, gestione del conflitto; dopo arrivano privacy, reputazione, sicurezza.
Rete dei servizi. Scuola, parrocchie, consultori, terzo settore e forze dell’ordine: canali d’accesso chiari per mamme e papà soli, per adolescenti che temono il giudizio.
Parola ai ragazzi. Narrazione, video, peer-to-peer: i giovani non come “utenti da correggere”, ma come soggetti che insegnano ad adulti spesso smarriti.
Indicatori pubblici. Non solo eventi: monitoraggio di partecipazione, benessere percepito, segnalazioni prese in carico, ricadute sulle condotte online.
I fatti di Reggio Calabria non chiedono clamore, ma cura: formazione affettiva precoce, accompagnamento psicopedagogico, alleanze educative stabili. La giustizia farà il suo corso; alla comunità spetta impedire che il vuoto si ripeta. È questo il senso della nostra rotta: una Calabria che, prima di insegnare le regole del web, restituisce parole ai sentimenti, dignità al dolore, prossimità alle fragilità.
Perché nessun algoritmo potrà mai sostituire una mano che ti riconosce, una voce che ti chiama per nome, una comunità che non ti lascia solo".
Lo scrive, in una nota, il Presidente del Co.Re.Com. Calabria, Fulvio Scarpino.