Senza guide e riferimenti: i guai della politica ricadono sui calabresi

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nota politica

  01 agosto 2019 20:20

di ENZO COSENTINO

Il futuro incerto della politica calabrese. No! E’ incerto il futuro dei calabresi che non hanno più alcuna stella polare da seguire. Da qualunque angolo visuale la si vuole guardare la situazione e veramente inguardabile e lo sarà sino a quando non si verificherà quel cambiamento radicale di cui la politica calabrese ha bisogno.

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Fatti come quelli accaduti nella Città Metropolitana, che hanno lesionato l’intero sistema della geografia politica, sono diventati, purtroppo, di ordinaria amministrazione. Arresti e provvedimenti di giustizia di personaggi politici per infamanti accuse (collusione con la 'ndrangheta e atti di stampo mafioso e reati vari) non possono essere soltanto uno “stuzzichino” per soddisfare solo e soltanto la curiosità, a volte morbosa. Dovrebbero, anzi devono, essere materia di profonda riflessione. Si domandano forse i calabresi “in quali mani siamo capitati?”. Per portare a zero la grave condizione di una politica sottomessa dal potere mafioso non bastano o proclami. I fatti ci vogliono ma domandiamoci: c’è veramente humus umano su cui poter contare che non sia stato in qualche modo contaminato? Ve ne sarà, forse, poco, ma è quello che dobbiamo individuare e coltivare. In Calabria la politica -e non soltanto quella corrotta- ha rovinato una terra dove tante potevano essere, invece, le potenzialità da valorizzare. Il colpo della DDA di Reggio è stato determinante per mettere in crisi la politica calabrese che ora si dovrà porre serie riflessioni che potrebbero anche portare allo sconfinamento verso la decisione di “quel tutti a casa”. Bussano alle porte le elezioni regionali e questa volta sono di difficile gestione per tutti i partiti e in Calabria c’è il rischio concreto di un abbattimento quasi totale dell’esercizio del voto. Un diritto che una grossa percentuale di votanti si rifiuta di esercitare perché ha perso ogni senso di fiducia nella politica attuale intendendo la politica tale e quale ai politicanti che la praticano.

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E quali dunque le ripercussioni negli assetti politici di quanto accaduto a Reggio? I ragionamenti della classe politica vanno per necessità oltre il garantismo sino ai pronunciamenti definitivi della Giustizia. Bisogna correre e guardare oltre sin quando si è in tempo. Si sconvolgono posizioni e si prendono decisioni cogliendo l’occasione di Reggio che erano comunque nel cassetto da tempo. Le più eclatanti al momento quelle in casa Pd prese dal consigliere regionale Enzo Ciconte che lascia il gruppo del Pd (leggi qui) e va, provvisoriamente, nel misto per continuare a lavorare al suo movimento e alla lista che presenterà. Non è irreversibile la decisione tuttavia ci si domanda: In quale schieramento si collocherà allora Ciconte che ha una forza elettorale da non sottovalutare? Non sarà nel centrodestra; è poco ma sicuro. Attende nuovi segnali. E il senatore Magorno che si è autosospeso dal PD e chiede a Zingaretti una forte decisione sul “caso Calabria” resterà un dem? E la voce diffusasi, anche se per il momento non trova conferma, che subito dopo l’estate, o forse ancor prima, verrà in Calabria, con sosta nel Capoluogo, Matteo Renzi, che significato politico ha? Ed intanto il centrodestra ora si interroga su come ricompattarsi. In questo bailamme, proprio in questo versante, si torna a parlare  per la presidenza della Regione di un uomo che era stato fatto sedere in panchina, senza troppe probabilità di entrare prima in campo, come il Sindaco del Capoluogo di regione, Sergio Abramo. Anche se Forza Italia storce un po’ il muso.

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