Serata di effetto al Politeama di Catanzaro con Irma Ciaramella e il suo spettacolo “Canta che passa la pazza”

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images Serata di effetto al Politeama di Catanzaro con Irma Ciaramella e il suo spettacolo “Canta che passa la pazza”

  27 marzo 2024 17:06

di MARIA PRIMERANO
 
Come un ordigno che esplode dentro e ti frantuma in mille pezzi lasciandoti senza memoria, dignità, conoscenza. Serata di ampio effetto al Politeama di Catanzaro. C’è Irma Ciaramella, con il suo spettacolo, atto unico, “Canta che passa la pazza”, inserito nel progetto PRO.S.A. Professionisti Spettacolo Associati, promosso nell’ambito dei Programmi di distribuzione teatrale, Rete di teatri, con il sostegno della Regione Calabria, per la regia, l’allestimento scenico e la musica di Francesco Maria Cordella, spettacolo prodotto da ACTS - Associazione Culturale Top Spin, attiva in campo culturale da tanti anni sul territorio di Ponza. 

Sul palco una donna, costretta in una gabbia in tela gommata che ricorda le strutture coniche rinascimentali a cerchi sulla quale veniva appuntata la gonna, ma che qui rimane solo di veduta per simboleggiare una donna segregata dalla sua malattia e imprigionata nel suo dolore. Ella non sa da dove viene e nemmeno dove andrà, non ricorda il suo nome, nemmeno se ha avuto figli. Poi, improvvisamente, grazie a bigliettini di memoria che le fuoriescono dalle tasche e che le sono stati suggeriti dal medico, la donna ricorda forse ciò che era stata in vita. Forse una cantante lirica, forse ha avuto un figlio, forse un marito.

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Ma tutto è contrassegnato da un se, tutto il monologo viaggia infatti nella sfera dell’incertezza, della possibilità, della probabilità. Le frasi si accavallano, si intrecciano, si contorcono, si frammettono a urli, euforia, slanci, pianti, e rimbalzano grazie a sbalzi d’umore frequenti e repentini. La donna parla ormai in casa sua, in cucina, con la sua caffettiera, la sua pentola e anche con il coperchio. Sono questi gli interlocutori cui lasciarsi andare, ricordare, confabulare, inventare, riflettere, ridere e sdegnarsi fin quando e fin quanto vuole la mente. Agitazione, aggressività, disinibizione. I contenuti del pensiero viaggiano sulla via dei deliri, e quelli della percezione sulla via delle allucinazioni. Il dramma dell’Alzheimer è evidente.
Suoni astrali e siderali accompagnano il monologo cui è sotteso il desiderio di non vivere più su detta maledetta terra mentre “Una furtiva lagrima” di Donizetti trascina ancora questa larva umana nel mondo terrestre. Molto brava Irma. Molta considerazione per avere spalancato le porte su questa tragedia dell’umanità, verso la quale non esistono ancora concreti rimedi ma solo l’elargire a chi ne è colpito tanto amore.

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