Sin di Crotone, il peso delle evidenze tra bonifica e dati epidemiologici molecolari in tossicogenomica

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Ezio Bonanno e Pasquale Montilla
  17 settembre 2025 11:46

Tutto il lavoro scientifico risulterà incompleto se sarà esclusivamente osservazionale nell’area SIN di Crotone. L’approccio tossicologico clinico e dati epidemiologici molecolari devono svilupparsi nel concetto del peso delle evidenze.

In seguito al sospetto di neoplasie correlabili all'accumulo di cancerogeni da esposizione in aree Sin Crotone, l’Osservatorio Nazionale amianto ha valutato, con consulenze onco-tossicologiche e in assistenza legale, pazienti oncologici e analizzato, con screening tossicologici di puntualizzazione,  la presenza di agenti mutageni e cancerogeni su loro matrice urinaria e su sangue intero secondo tecniche diagnostiche di laboratorio omiche. Le risultanze analitiche di puntualizzazione in esposomica hanno mostrato sui campioni biologici di pazienti esaminati in area SIN di Crotone valori tabellari di agenti chimici inorganici mutageni al di sopra dei valori di riferimento della popolazione generale (SIVR 2017). I biomarcatori esaminati con l'impiego della ICP-MS ha dato esito positivo con riscontro di elevate concentrazioni di biomarcatori oncogenotossici in ancoraggio fenotipico da organotropismo selettivo sui tessuti tumorali. L’ONA segnala che le caratteristiche  di  composizione  chimica degli agenti chimici inorganici identificano mix di cancerogeni  ad alta reattività ossidativa e densità elettronica segnalandone i rischi da cancerogenesi multifattoriale in esposizione  long-term a patogenesi ambientale professionale.

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Si sono riscontrati inoltre durante i trattamenti farmacologici di decorporation una riduzione dei valori dei cancerogeni terminali rilevati con campionamento su matrice urinaria con l'impiego delle omics tecnology, un arresto dei fenomeni flogistici reattivi e clinici. In sintesi disattivando i cancerogeni fluidi e i suoi prodotti terminali in ancoraggio è stata impedita in molti casi  la riattivazione per modelli meccanicistici infiammatori  dei promotori chimici inorganici ad indirizzo oncogeno.

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L’ONA in studi pilota indipendenti, con i suoi consulenti scientifici e sotto il coordinamento del dr. Pasquale Montilla, Consulente Oncologo Medico scientifico ONA, è riuscita a dimostrare in una decorporation selettività dei cancerogeni tossici analizzati: si tratta, in sintesi, di avere indotto, dopo il raggiungimento di una finestra o soglia relativa alla concentrazione di un particolare cancerogeno in precedenza individuato e trattato sul paziente, la successiva perdita di altro cancerogeno attraverso le urine ottimizzando gli ulteriori trattamenti oncologici. Si è osservata una ricorrente regola che permette la regressione degli stati infiammatori e la scomparsa delle relative catene di mediatori chimici che inducono alterazioni genetico molecolari già avvenuta su pazienti in trattamento con identica patologia neoplastica e recuperi clinici attivi.

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Le molecole chimiche utilizzate per tali trattamenti hanno dimostrato secondo tale innovativa ipotesi scientifica disattivazione dei processi proinfiammatori e ipotizzabile blocco dell’oncogenesi. Potenziale  attivatore di interruttore molecolare sulle transizioni instabili cellulari. Tale interruttore molecolare per chimismo selettivo potrebbe agire come selettiva captazione e disattivazione di frammenti di oncogeni promotori. Come in ogni scienza giuridica e clinica tossicologica stiamo dimostrando - ha dichiarato l’avvocato Ezio Bonanni presidente nazionale ONA Roma - che teorie previsionali hanno documentato un livello di certezza maggiore delle ipotesi".

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