L'emergenza sanitaria ha aggravato la crisi economica della Calabria, già afflitta da ritardi e problemi antichi, ma la ripartenza non è impossibile se istituzioni, politica, forze sociali e cittadini si rimboccheranno le maniche, a partire dalle prossime elezioni di primavera per la scelta del nuovo presidente della Regione.
Ne è convinto il segretario generale della Cgil calabrese, Angelo Sposato. Conversando con l'AGI sulle prospettive del nuovo anno, Sposato sottolinea il calo del Pil e dell'occupazione determinato dalla pandemia, ma lancia anche un segnale di ottimismo perché, spiega, "la Calabria ha uomini e donne capaci. Sono risorse che possono cambiare la situazione senza grandi rivoluzioni, ma semplicemente puntando su una regione normale. I dati sulla crisi - spiega - sono da verificare. Ci stiamo lavorando con l'aiuto della Svimez e in collaborazione con le banche dati di diversi istituti, a partire dall'Istat. La crisi di sistema risulterà aggravata certamente. Se non ci saranno investimenti pubblici e un piano di riqualificazione del lavoro puntando sulle nuove tecnologie, la Calabria non sarà in grado di spendere le risorse del Recovery Fund. Occorre anche rivedere la governance dei fondi comunitari, con una gestione aperta al partenariato. La Regione ha rimodulato 500 milioni di euro del Por senza che nessuno lo sapesse. Occorre, quindi, aprire un tavolo finora chiuso e ristretto all'interno dei comitati di sorveglianza, consentendo alle forze sociali di dare il contributo. La politica non può procedere senza rendere conto a nessuno".
La Cgil rivendica scelte strategiche: "Non interventi a pioggia, come è stato sempre fatto disperdendo i fondi in mille rivoli, che spesso hanno richiamato l'attenzione della magistratura, ma interventi mirati. Noi abbiamo avanzato 11 proposte nell'ambito dei punti strategici del Recovery Fund". Transizione energetica, valorizzazione del patrimonio ecologico, rilancio della portualità, grandi infrastrutture, riforma istituzionale attraverso l'accorpamento dei Comuni ("Quattrocento sono troppi e non riescono neanche a garantire i servizi - dice Spostato - mentre una regione più popolosa come la Puglia ne ha 300") sono alcuni dei capitoli suggeriti dalla Cgil calabrese come contributo al dibattito.
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