Vaccini e Biometrica. Donatella Argirò: "Il programma di vaccinazione vacillerà se non si investe nelle infrastrutture dell’informazione"

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Donatella Argirò
  31 dicembre 2020 10:23

di DONATELLA ARGIRÒ*

"Man mano che andremo avanti alla vaccinazione dei cittadini, i politici, gli accademici e gli scienziati di tutto il mondo dovranno rivolgere la loro attenzione verso un’altra sfida fondamentale: come i governi monitoreranno e verificheranno la somministrazione dei vaccini. Un programma di vaccinazione efficace vacillerà se non si investe nelle infrastrutture dell’informazione per la utilità delle vaccinazioni medesime.

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Se ci saranno lacune nella qualità dei dati, nella segnalazione e nell’identificazione dei pazienti nella somministrazione dei vaccini, già per quelli di routine, esse renderanno non molto efficaci i servizi e faranno presagire altre sfide nella campagna di promozione del vaccino COVID-19 nell’immediato futuro. Probabilmente la fornitura dei vaccini COVID-19 di prima generazione all’inizio non sarà massiccia ed ogni percorso dovrà raggiungere il destinatario previsto. Bisogna indubbiamente vigilare sulla corruzione, sulle perdite, sul deterioramento e persino sulle duplicazioni accidentali, qualcuna già registrata in Italia, che possono portare conseguenze non felici.

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La maggior parte degli attuali candidati al vaccino COVID-19 richiede un ciclo a due dosi; i pazienti dovranno essere identificati in modo affidabile per garantire un’adeguata spaziatura delle dosi. Inoltre, resta da vedere l’efficacia a lungo termine e questo richiederà dati accurati e longitudinali sui pazienti. Il monitoraggio dei dati dei pazienti nel tempo, ed attraverso i punti di erogazione del servizio, richiede sistemi di identificazione del paziente, cosa questa che ha già preso avvio ad esempio nel Veneto. I sistemi di identificazione dei pazienti saranno i più difficili da ottenere in quelle zone dove non è stato tracciato un percorso organizzativo sanitario.

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In altri Paesi del mondo, infatti, Organizzazioni come GAVI e COVAX hanno identificato l’identità digitale biometrica come potenziale leva per colmare il divario di identità e garantire dati accurati. Se eseguiti correttamente, questi sistemi possono preservare la privacy, possono essere, inoltre, inter-operabili, sicuri e in grado di soddisfare le esigenze sia degli adulti che dei bambini. Gli standard di inter-operabilità garantiranno che questi sistemi possano inserirsi nei programmi di identificazione di base man mano che la copertura si espande nei prossimi anni. Difatti la progettazione dell’architettura basata sulla privacy è già in corso in diversi progetti di alcuni Paesi extra-europei".

*Candidata al consiglio regionale dell'Ordine dei giornalisti della Calabria

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