Vincenzo Speziali: "Quando la Corte Europea fa comodo per un qualcosa e non per un'altra"

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images Vincenzo Speziali: "Quando la Corte Europea fa comodo per un qualcosa e non per un'altra"
Vincenzo Speziali
  30 dicembre 2023 09:22

di VINCENZO SPEZIALI

Poi uno dice che io sono pignolo, oppure che non ne faccio passare nessuna, in quanto disprezzo i 'manetteristi fanatici' e il loro circo mediatico, composto non di giornalisti, bensì di giornalai.

Per forza, perché tutti costoro, sono mistificatori, antidemocratici e non fanno altro se non odiare o 'violentare' la vita umana e la dignità delle persone, dimenticando le regole fondamentali dello Stato di Diritto, oltre che i basamenti delle norme in vigore, così come la coerenza, la quale, difatti, gli difetta parecchio anziché no.

Quest'ultima, anzi, diventa una variabile interpretativa, oppure una sorta di suppellettile da ideologicume insolente rispetto alla nemesi, a sua volta personificazione della giustizia nell'epoca classica.
 
Epperò l'ineffabile Procuratore della Repubblica di Palmi, tal Emanuele Crescenti e per la verità assieme ad altri suoi colleghi omologhi, quali Giuseppe Bellelli di Pescara, Roberto Rossi di Bari, Umberto Monti di Ascoli e Raffaele Tito di Bari, hanno compiuto un 'disdicevole capolavoro', circa il superamento del limite di una opinione espressa, poiché trattasi di azione legittimamente politica, in capo al Parlamento, luogo deputato all'attività legislativa.
 
Si, è proprio così, perché le conseguenti norme, devono essere applicate dai magistrati, non certo commentate e men che mai reinterpretate e nemmeno -nel modo più assoluto- disdegnate, lanciando quasi un guanto di sfida, come quello del Crescenti, che, obbiettivamente, dà sprono ai giornalisti di violare una eventuale legge, asserendo: "Voglio vedere se qualcuno oserà mettere sotto processo un giornalista perché ha pubblicato un fatto vero" ; oppure "Il divieto di pubblicare stralci integrali è un'assurdità". 
 
Ordunque, ci troviamo innanzi ad una potenziale forma di incitamento  a delinquere -dico così poiché tale legge ancora non è in vigore- udite udite, proprio da un manipolo di Magistrati inquirenti, i quali per norma devono perseguire (anche d'ufficio!) alcuni reti, quindi non mi pare che uscite provocatori come queste - riportate dal solito giornale che altro non è se non il 'Mattinale delle Procure', cioè il Fatto Quotidiano (made in Marco Travaglio, fior di 'giacobino manetterista')- ripeto non mi sembra d'uopo e consono, da parte di lorsignori, arzigogolare siffatto 'consiglio', per di più con fare da provocazione insolente.
 
Tra l'altro ricordo benissimo, come e quando è nata la voglia e l'ardire di un sensazionalismo giornalistico a mezzo stampa: correva l'anno 1988 e precisamente a Gennaio (proprio negli ultimi giorni del mese in questione) e l'allora Procuratore Capo di Palermo era Salvatore Curti Giardina, il quale non non ci penso` né due volte e neppure tanto, nel determinare -sua sponte- l'arresto di Attilio Bolzoni in forza a Repubblica e Saverio Lodato corrispondente per la Sicilia de l'Unità.
È vero, entrambi  avevano riportato e scritto notizie circa atti coperti dal segreto istruttorio, epperò si voleva capire come li avessero ottenuti e difatti si scoprì che le informazioni provenivano proprio dall'Ufficio di Procura, come accade ancora oggi e in modo più devastantemente acclarato, ogni qualvolta vi è un'operazione qualunque.
 
Aivoglia a sostenere come il Diritto all'informazione sua sacro, oppure la rituale ed insulsa  giagulatoria "quelli pubblicati sono informazioni divenute pubbliche in quanto riportate nella comunicazione giudiziaria', poiché quadi sempre in tal modo vanno le cose.
 
Nossignore, così non va, anche perché spesso, per non dire ogni volta, si dà ad intendere che la divulgazione di tali atti possa avvenire per opera dei destinatari o dei loro avvocati, come se fosse possibile, oppure normale, che nel mentre il destinatario, si ritrova la casa 'invasa' mattinotempo -per di più, sempre e comunque- in orario antelucano, ed in luogo alla notifica dell'avviso di garanzia (che non è condanna, semmai dovrebbe essere a tutela di colui il quale è sottoposto ad indagini), oppure allorquando viene consegnata l'ordinanza di custodia cautelare (pure in tal caso non ci troviamo innanzi ad esecuzione di pena definitiva), financo al netto della perquisizione domiciliare, un qualunque cittadino -che già ha difficoltà nel rintracciare il proprio avvocato- non trova di meglio da fare che avvisare la stampa tutta, quasi fosse in preda a reazione di automasochismo.
 
In più, nello stesso giornale che ospita i signori Procuratori di cui sopra, il giorno 27 Dicembre, si ha l'ardita sfrontatezza di riportare -giustamente, ma non in modo credibile e coerente, visti i precedenti- la determinazione della Corte Europea di Strasburgo, laddove si determina in suddetta maniera: "La pubblicazione delle intercettazioni non influenza i processi e non viola la presunzione di innocenza".
Ottimo o meglio benvenuti pure a Travaglio e ai 'Travaglieschi', nell'ossequiare, rispettare e far si come tale organo di giustizia sovranazionale si trovi citato con il rispetto dovuto e l'attenzione che merita -persino al netto del riguardo connesso- eppure non mi pare e non ne ho memoria alcuna, circa identiche 'amorevoli parole', allorquando la stessa Corte, ha condannato l'Italia, per non aver permesso al defunto e compianto On. Presidente Bettino Craxi, di aver avuto un giusto processo o di avergli riconosciuto la possibilità della corretta difesa (e ciò accadde, malaguratamente e con dolore, dopo la sua morte, per il triste ed ingiusto esilio).
 
E non mi sembra nemmeno di rammentare, parole condivise -sempre fallo stesso giornale- a fronte di stigmatizzazioni giurisprudenziali, sempre avverse all'Italia, a seguito delle condanne di molti innocenti, per il reato frutto di alchimia giuridica (e non codificato) cioè lo 'psicotico' Concorso Esterno in Associazione Mafiosa.
 
Ci dimentichiamo del 'Caso Contrada' e della sua relativa assoluzione, proprio a Strasburgo?
In quell'occasione glisso` Travaglio (con tutti i 'Travaglieschi'), così come per la vicenda Craxi, eppure oggi portano in processione, al pari della Madonna Pellegrina, il dispositivo che più gli aggrada, pensando di continuare impunemente a fare delle dignità degli uomini 'macelleria da circo mediatico giudiziario'.
 
Ma quale 'Diritto di Cronaca', quale obbligo all'informazione: qui si tenta, solamente e disdicevolmente il perseverare a dare notizie di parte, frutto della realtà che le varie Procure intendono imporre, in quanto la futuribile -nonche` civilissima!- normativa in corso di approvazione, non vieta la cronaca nell'eventuale dibattimento e prima ancora di quanto si verrebbe a determinare con l'udienza filtro innanzi al GIP (o sulla scorta dell'altrettanta corretta e assennata riforma Nordio, del collegio di tre giudici), ma si tenderebbe -grazie all'emendamento dell'On.Enrico Costa- di impedire scempiaggini morali, persino vietando -giustamente!- il linciaggio preventivo, a cui 'sommariamente' molti PM (attraverso le loro suggestive suggestioni) 'condannano gli indagati'.
 
E ciò, accade, persino riportando nelle intercettazioni, cose private e comunque non attinenti alla eventuale (ma in un processo da provare) 'condotta criminis'.

È nel processo che 'si forma la prova', non nelle molteplici 'elucubrazioni procuratorili' (lo abbiamo visto, per esempio nel caso dell'On. Tallini e lo si confermerà in Appello, per il Sen. Pittelli, tanto per citare due esempi!), perciò nessuno può, strumentalmente gridare al 'bavaglio'.
 
Anzi, già che ci siamo, solo una chiosa aggiungo: sig. Travaglio (e procuratori vari), coerenza please, poiché la Corte di Strasburgo è sempre un 'faro', anche se spesso, contraddice voialtri.

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