
di CARLO MIGNOLLI
«Serve continuità, consapevolezza e il piglio giusto: ora dobbiamo dimostrarlo sul campo».
Così il tecnico giallorosso Alberto Aquilani alla vigilia di Catanzaro-Venezia, gara valida per l’11ª giornata del campionato di Serie B, in programma domani alle ore 15:00 allo stadio “Ceravolo” di Catanzaro.
La settimana di lavoro «Quando vinci lavori meglio, perché hai l’autostima della gara fatta. Ma in questa settimana non c’è stato tempo: siamo passati dallo scarico alla rifinitura. È stata una settimana impegnativa, domani affrontiamo un’altra squadra molto forte. Credo che i ragazzi abbiano recuperato e mi auguro che quanto messo dentro nelle ultime gare continui a dare frutti. Il campionato è lungo: dobbiamo proseguire su questa strada».
L’avversario «Il Venezia è una squadra forte, molto simile al Palermo per valore e ambizioni. È una rosa competitiva, l’anno scorso era in Serie A e quest’anno lotterà per tornarci, senza dubbio. È una squadra allenata bene, che gioca a calcio e sa essere pericolosa sia in verticale che nel palleggio. Per noi sarà un test impegnativo. Noi però stiamo bene, veniamo da due vittorie consecutive e voglio che questo ci aiuti ad aver tolto le scorie e ad essere più consapevoli delle nostre qualità».
Differenze tattiche e adattamenti «Il Palermo giocava più in verticale, il Mantova con quattro dietro: era normale che le pressioni e le posizioni cambiassero. Domani affrontiamo una squadra che sa fare entrambe le cose. Noi dobbiamo sapere che stiamo bene e stiamo facendo le cose nel modo giusto, ma serve il piglio visto nelle ultime due gare: senza quello torniamo indietro. Lo pretendo».
Modulo e atteggiamento «Oltre al modulo, ciò che fa la differenza è sempre l’atteggiamento. In queste due partite si è vista più consapevolezza, più capacità di determinare momenti della gara. Gli episodi cambiano le partite, ma dobbiamo far sì che vadano dalla nostra parte. La squadra nel tempo è cresciuta e ora sta raccogliendo i frutti che all’inizio non raccoglieva».
Gestione della rosa «È la parte più difficile: tanti giocatori meriterebbero spazio. Ne possono giocare undici, e poi ci sono equilibri, momenti e letture della gara che portano a certe scelte. Le mie decisioni sono sempre per il bene della squadra. Più andiamo avanti, più tutti avranno modo di dimostrare il loro valore, perché abbiamo tanti ragazzi bravi».
Il fattore campo «È vero che il Venezia fuori casa ha fatto più fatica, ma resta una squadra costruita bene, con giocatori di peso e un grande allenatore. Noi giochiamo in casa, con un pubblico eccezionale che ci spinge: dobbiamo trascinarli, come contro il Palermo. Il Ceravolo deve essere un valore aggiunto».
Condizioni della squadra «Tuttti bene, ci sono solo i soliti noti. Petriccione è da valutare per un fastidio, ma è uno che si mette sempre a disposizione. Buso sta bene, ha superato la febbre. L’importante è che il gruppo sia pronto».
I singoli e la duttilità «Cassandro e Favasuli sono calciatori duttili. Cassandro è nato braccetto, poi ha giocato più avanti per esigenza; Favasuli con me ha sempre giocato a sinistra, ora è a destra e sta facendo bene. La cosa più importante non è il ruolo, ma la percezione di fare le cose nel modo giusto ora che dietro siamo un po’ corti. Stanno interpretando bene ciò che chiedo, ed è questa la strada per vincere le partite».
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