Riceviamo e pubblichiamo la nota del gruppo consiliare Lega a Catanzaro e di Franco Longo, coordinamento del movimento politico Alleanza per Catanzaro.
“Se non ci fosse l’autonomia differenziata il Pd, inclusi i suoi amministratori locali, e il suo ‘campo largo’ non avrebbero argomenti su cui discutere, visto che di fronte ad ogni problematica che assilla i cittadini, dimostrano assenza di strategia e di idee innovative, e, pertanto, per giustificare la loro esistenza politica in vita, sono costretti a dire 'no' a tutto. A prescindere dal merito dei provvedimenti e persino delle positività che possono derivare per il Mezzogiorno, i cui problemi attuali non sono stati certo provocati dall’autonomia regionale differenziata.
Ma per proseguire in questa dissennata politica di rimessa, Pd e 5Stelle hanno bisogno di inventarsi un nemico che, in questo caso, è l’autonomia differenziata (come l’intendono loro) e chi, dopo vent’anni da quando è stata inserita nella Costituzione proprio dal centrosinistra, vuole realizzarla. Non per spaccare il Paese, come demagogicamente si asserisce, ma per individuare e finanziare i diritti sociali e civili da assicurare ai cittadini da Nord a Sud. Per concretizzare, in sostanza, tutto ciò che il centrosinistra nei decenni non è riuscito a fare! Per questo, l’autonomia differenziata non è una minaccia all’unità del Paese, ma un’opportunità da cogliere con perspicacia e pragmatismo politico, come più volte ha sostenuto il presidente del Consiglio regionale Filippo Mancuso.
A Catanzaro, poi, l’autonomia differenziata è diventata un diversivo il cui intento è palese: si agita l’autonomia differenziata in chiave antimeridionale, per distrarre l’attenzione dei cittadini dall’inconcludenza operativa della Giunta Fiorita e della sua anomala e pasticciata maggioranza.
Si sa bene che il testo di legge originario - grazie anche alla Regione Calabria che con i presidente Occhiuto e Mancuso si sono mossi in termini propositivi - è stato profondamente modificato ed oggi garantisce il superamento del metodo della ‘spesa storica’, che negli anni ha generato i profondi divari Nord-Sud, e mira a responsabilizzare le classi dirigenti nell’utilizzo produttivo della spesa pubblica. Basta con politici che vanno a Roma col cappello in mano per ottenere risorse quasi mai utili per le nostre comunità: questo è l’obiettivo principale dell’autonomia differenziata, come si evince inequivocabilmente dal progetto di legge Calderoli approvato dal Consiglio dei Ministri e su cui si pronuncerà il Parlamento.
E, per quanto concerne Catanzaro, si finisca col fare da cassa di risonanza alle strumentalizzazioni politiche nazionali che tendono a nascondere le gravi responsabilità del centrosinistra e dei suoi Governi rispetto ai problemi sociali del Sud. Si finisca di illudersi che spostando il dibattito dalle emergenze della città su questioni di rilevanza nazionale e con propositi esclusivamente propagandistici, si possa assicurare il prosieguo di un’Amministrazione comunale fragile per qualità delle proposte e per coesione politica.
La Regione per fortuna, con i molti e rilevanti interventi messi in campo, sta fermando il declino della città, ma occorre che il governo del Comune prenda responsabilmente atto che non si può andare avanti in questa deplorevole condizione di precarietà politica e progettuale, per tutti gli anni che mancano alla conclusione di un’ esperienza amministrativa che risulta inadeguata per le aspettative del capoluogo della Calabria”.
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