Catanzaro. Il dott. Gerardo Mancuso è il nuovo vice presidente nazionale della Società italiana di Medicina interna

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  23 maggio 2021 09:49

Il dottor Gerardo Mancuso è il nuovo Vice Presidente Nazionale della Società Italiana di Medicina Interna, la più antica e prestigiosa società scientifica Italiana che conta circa 4000 medici specialisti di Medicina Interna, universitari ed ospedalieri.

Mancuso è specializzato in Medicina Interna ed è stato allievo del professore Pier Luigi Mattioli alla Cattedra di Medicina Interna della Università di Catanzaro dove ha insegnato Metodologia Clinica e si è occupato di attività cliniche.

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Ha ricoperto molte cariche in società scientifiche di Medicina Interna e Aterosclerosi. E’ presidente di uno degli eventi formativi più importanti del settore, le Giornate Internistiche Calabresi, quest’anno giunte alla XIX edizione, è autore di oltre 100 pubblicazioni scientifiche.

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Nel 2001 è vincitore di concorso di Direttore della Unità Operativa Complessa di Medicina Interna del Presidio Ospedaliero di Lamezia Terme dove attualmente presta servizio. L'Unità è stata citata nel 2003 dal Ministero della Salute come Centro di Riferimento per la Cura delle Malattie Reumatiche, nel 2010 dal Ministero della Salute come un reparto di rilievo per la cura dell’Ictus e dal Commissario del Piano di Rientro nel 2017 come migliore Reparto di Medicina della regione e fra i 10 reparti, tra tutte le specialità della rete ospedaliera, per l’impatto clinico e quello economico.

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Nel 2013, Mancuso è stato premiato dal Ministro della Salute Renato Balduzzi per "il coraggio di agire, per l'impegno e le attività messe in campo nella gestione della Azienda sanitaria di Catanzaro”. Nel 2014 ha ricevuto il premio internazionale "Calabresi nel Mondo" per le qualità professionali e le attività professionali mostrate in una terra difficile.

"La scienza medica – dichiara Mancuso – ha fatto enormi passi in questo ultimo ventennio, ottenendo il risultato di aver aumentato la vita media delle popolazioni nei paesi industrializzati. Questo risultato è dovuto a migliori cure disponibili, alla tecnologia che ha affinato la diagnostica ma anche ad un modello organizzativo di management delle malattia più appropriato. Tuttavia, la pandemia da SARS-Cov-2 ha fatto emergere incongruenze e difformità che hanno messo in ginocchio anche i sistemi più performanti. Paesi come l’Inghilterra, la Germania ma anche le regioni del Nord Italia, hanno mostrato improvvisamente che il Sistema Sanitario è vulnerabile e necessità di continui adattamenti in relazione ai cambiamenti epidemiologici e di evidenza scientifica"

"In questo scenario – evidenzia Mancuso – la Calabria attraversa una fase ancora più difficile, acuita dalla emergenza COVID che ha messo a nudo tutte le inefficienze, le incongruenze e le sperequazioni di un sistema infermo e privo di prospettive. Eppure questa terra è animata da professionisti di elevato livello che, fuori dai confini, riescono a far valere le proprie ragioni, le proprie capacità, ma che sul territorio regionale hanno grandi difficoltà per una diffusa mancanza di ascolto. La capacità da noi non è considerata, anzi, è un elemento di disturbo per la gestione della sanità pubblica. Questo sta producendo una fuga di professionisti e di pazienti verso le strutture private sia regionali che fuori regione. Gli ultimi anni di Commissariamento, con “esperti” da fuori Regione a capo delle istituzioni sanitarie, ha sancito, con risultati scadenti, come non è l’appartenenza geografica che fa la differenza ma le capacità intrinseche degli uomini che vengono messi alla guida dei sistemi. Oggi è necessario un cambio di passo deciso, se vogliamo costruire un sistema sanitario regionale all’altezza".

 

 

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