Fondo sanitario, Irto e Scopelliti d’accordo: "Serve battaglia di tutta la politica per cambiare i criteri di riparto"

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  14 novembre 2025 11:57

Nel corso di un dibattito sui canali social il senatore Nicola Irto, segretario del Pd calabrese, e l’ex presidente della Regione Giuseppe Scopelliti hanno convenuto sulla necessità di un impegno unitario della politica calabrese e dell’intero Meridione per modificare i criteri di riparto del Fondo sanitario nazionale, che da oltre 25 anni penalizzano le regioni del Sud per via della loro minore incidenza di popolazione anziana.

Nel corso del dibattito, condotto dal giornalista Emiliano Morrone, il medico Giacinto Nanci ha illustrato dati ufficiali del Sistema statistico nazionale che mostrano un divario impressionante nella spesa sanitaria pro capite tra le regioni italiane. «Dal 2000 al 2018 – ha spiegato – la Calabria ha speso 1.614 euro per abitante, mentre la Lombardia 2.217 euro, con una differenza di 603 euro pro capite ogni anno. Se la Calabria avesse avuto nello stesso periodo gli stessi fondi della Lombardia, cioè la media dell’Italia del Nord, avremmo potuto contare su circa 1 miliardo e 150 milioni di euro in più all’anno, per un totale di oltre 20 miliardi di euro». Con tono ironico, Nanci ha poi aggiunto: «Con quelle risorse non solo avremmo potuto creare centri di eccellenza per evitare i viaggi della speranza, ma ci saremmo potuti perfino permettere un centro per lo studio della fisiopatologia del canto del grillo».

Il medico Tullio Laino, anch’egli ospite della trasmissione, ha ricordato di avere elaborato da qualche settimana una proposta di legge per rilanciare la sanità nelle aree montane. La pdl prevede la nascita di un’unica Azienda ospedaliera per i quattro presìdi di Acri, San Giovanni in Fiore, Serra San Bruno e Soveria Mannelli, con il potenziamento delle strutture e la loro trasformazione in ospedali spoke. Il senatore Irto ha definito la proposta «intelligente», ha detto che «merita di essere approfondita per una condivisione ampia» e che «contiene una visione utile a rafforzare la sanità dei territori».

Il segretario dem ha poi rivolto un appello al presidente della Regione e commissario alla Sanità Roberto Occhiuto, affinché «usi i suoi poteri molto forti per far sì che l’Asp di Cosenza chiarisca che cosa è accaduto il 4 gennaio 2025, quando morì Serafino Congi», quindi rompendo il lungo silenzio istituzionale sul caso.

Da parte sua, Scopelliti ha rivendicato i risultati raggiunti durante la sua presidenza, ricordando che «all’epoca la Calabria era quasi uscita dal Piano di rientro, con un disavanzo di appena 30 milioni e una migrazione sanitaria che costava tra i 60 e gli 80 milioni in meno». Ha aggiunto di aver trovato un Servizio sanitario regionale «che, come scrisse Agazio Loiero», suo predecessore, «era la Fiat della Calabria» per numero di dipendenti e versava in uno stato di grave disorganizzazione. Scopelliti ha poi rivendicato di essersi assunto «la responsabilità politica di guidare da commissario il percorso di risanamento, avviando i bandi per i nuovi ospedali, fino ad allora ignorati».

Nel suo intervento conclusivo, Irto ha sottolineato la necessità di «riorganizzare il Servizio sanitario regionale in base ai bisogni reali dei territori, con particolare attenzione alle aree interne», ribadendo che la battaglia per un’equa redistribuzione delle risorse sanitarie è la più importante per la Calabria e per tutto il Mezzogiorno.

La discussione, vivace e densa di spunti, si è concentrata sulla richiesta condivisa di una riforma radicale dei criteri di riparto del Fondo sanitario nazionale e sull’urgenza di un cambio di passo nella gestione pubblica, fondato su competenza, merito, organizzazione e trasparenza come sul rifiuto dei calcoli elettorali.

Tutti gli ospiti hanno insistito sul fatto che la politica calabrese non può dividersi sul rilancio della sanità pubblica, mentre il letterato Giovanni Iaquinta, commentatore fisso di Con-fronti, ha ammonito sui rischi dell’autonomia differenziata, definendola «un’aggravante degli squilibri e delle diseguaglianze creati da una ripartizione iniqua delle risorse che privilegia il Nord da oltre un quarto di secolo».

A chiusura della puntata, Morrone ha espresso soddisfazione per il livello del confronto, spiegando che l’obiettivo del programma – realizzato senza compenso – «è dimostrare che può esistere un’alternativa d’informazione e di contenuti, in grado di riportare la politica a discutere nel merito e di contribuire a invertire il linguaggio aggressivo, lo sguardo personalistico e il dire autoreferenziale che troppo spesso dominano il discorso pubblico». Lo stesso conduttore ha definito Con-fronti «un esperimento nazionale ma utile soprattutto ai territori più lontani dall’attenzione generale, come le aree interne della Calabria, nelle quali c’è ancora un forte bisogno di verità, dialogo e competenza».


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