
La popolazione italiana sta attraversando un profondo processo di invecchiamento che comporterà, nei prossimi anni, un forte aumento degli oneri sociali necessari a sostenere i bisogni della popolazione anziana.
In Calabria, al 1° gennaio 2024, l’indice di vecchiaia è pari al 189,0%: ciò significa che per ogni 100 giovani sotto i 15 anni si contano 189 anziani oltre i 65 anni. Nel 2001 il rapporto era quasi equilibrato (102 anziani ogni 100 giovani), mentre secondo le stime Istat per il 2030 l’indice salirà al 233%, a fronte del 248% previsto a livello nazionale.
Il fenomeno ha importanti ricadute sociali ed economiche, incidendo sulla disponibilità di forza lavoro, sulla sostenibilità del sistema pensionistico e sul welfare. Anche l’indice di dipendenza degli anziani in Calabria è in crescita, passando dal 25,8% del 2001 al 37,7% nel 2024, segno di un forte squilibrio generazionale.
“La vecchiaia non è solo un processo biologico – dichiara Antonio Lento, Segretario Regionale CONFSAL Calabria – ma implica una riduzione delle difese di fronte ai cambiamenti ambientali e una progressiva perdita di capacità funzionali. È anche un fenomeno sociale e culturale, che risente dei contesti territoriali e delle carenze di servizi adeguati.”
In Calabria il disagio derivante dalla mancanza di strutture sociali e culturali adeguate aggrava la condizione degli anziani, spesso isolati e privi di sostegno.
Per Lento occorre un cambiamento culturale e istituzionale per garantire un invecchiamento sano e attivo: “Favorire ambienti inclusivi, contrastare l’ageismo e migliorare l’accesso ai servizi sanitari integrati può migliorare sensibilmente la qualità della vita delle persone anziane”.
La CONFSAL Calabria propone la realizzazione di un Accordo Istituzionale Regionale che preveda un Codice di tutela del Paziente Anziano, con misure concrete come la possibilità, per i pazienti over 70, di essere accompagnati da una persona di fiducia durante i ricoveri o nei pronto soccorso, oggi spesso carenti di personale medico e paramedico.
“Sono innumerevoli i casi di anziani dimenticati nei pronto soccorso, privi della necessaria assistenza sanitaria, umana e morale” – aggiunge Lento – “serve un salto di qualità nella cultura sanitaria, che rimetta al centro la persona”.
Un esempio positivo di umanizzazione della sanità arriva dal dott. Emilio Guerra, direttore della rianimazione di Montevarchi, che dal 2019 ha introdotto l’apertura prolungata ai familiari dei pazienti, favorendo vicinanza e sostegno emotivo, nel rispetto della privacy e delle esigenze del personale sanitario.
Lento sottolinea infine la necessità di affrontare anche il tema dello spopolamento delle aree interne, che priva intere comunità di servizi e reti sociali fondamentali.
Servono politiche che valorizzino la terza età, promuovendo attività intergenerazionali, volontariato e formazione continua, affinché gli anziani restino parte attiva della comunità.
“Solo un’azione condivisa e responsabile – conclude Lento – potrà restituire dignità, umanità e prospettiva a una società che rischia di dimenticare i suoi anziani e le sue aree più fragili.”
La CONFSAL Calabria auspica un confronto urgente con la Regione Calabria, con il Presidente Roberto Occhiuto e gli assessori competenti, per costruire politiche concrete di sostegno agli anziani e alle aree interne.
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