Catanzaro. Concorso per dirigente medico "aggiustato" al "Pugliese": 5 indagati (I NOMI)

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L'ospedale Pugliese-Ciaccio di Catanzaro
  19 ottobre 2020 15:47

di EDOARDO CORASANITI

Al centro dell’indagine c’è un concorso pubblico per il ruolo di dirigente medico, a tempo determinato, nel reparto di Medicina e Chirurgia d’accettazione d’urgenza dell’ospedale “Pugliese Ciaccio” di Catanzaro. Ma se gli elementi raccolti finora dalla Procura di Catanzaro sono sufficienti per sostenere il processo lo deciderà il Giudice dell’udienza preliminare, Marco Ferrante. Per ora, il sostituto procuratore Graziella Viscomi ha chiuso le indagini e chiesto il rinvio a giudizio con l’accusa di abuso d’ufficio per Mario Verre, 69 anni (difeso dall’avvocato Valerio Zimatore), Costanza Maria Pullano, 72 anni, Marcella Russo, 67 anni (difese dall’avvocato Vincenzo Ioppoli), Claudio D’Amore, 48 anni (difeso dall’avvocato Giovanni Merante), Rita Zaccone, 53 anni (difesa dall’avvocato Maurizio Siniscalco). Dopo l’udienza di venerdì scorso, il calendario è stato aggiornato al prossimo 6 novembre, quando i difensori dei 5 imputati replicheranno alla rinnovata richiesta di rinvio a giudizio del pubblico ministero Corrado Cubellotti.

Da quanto racconta la Procura, Verre, Pullano e Russo (i primi due componenti della commissione esaminatrice relativa all’avviso pubblico, la terza in qualità di segretaria di commissione) avrebbero favorito Zaccone e D’Amore (l’accusa utilizza le parole “istigatori” e beneficiari della condotta) per farli assumere a tempo determinato nel ruolo di dirigente medico. 

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Due i piani su cui si muovono le contestazioni. Il primo, secondo cui Verre, Pullano, Russo avrebbero redatto il verbale di insediamento della Commissione valutazione titoli del 3 ottobre 2016.  

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Prima un elenco di 35 candidati in cui a fianco dei nomi di D’Amore e Zaccone c’è scritto “No”, e quindi non ammessi in quanto sprovvisti dei requisiti specifici previsto dall’avviso pubblico, ovvero “specializzazione in Medicina e Chirurgia d’accettazione e urgenza o in disciplina equipollente.

Poi un secondo elenco di “candidati con titolo di ammissione” nel quale, per i candidati D’Amore e Zaccone, in corrispondenza della voce “requisito di ammissione viene inserita la dicitura “servizio”.  Requisito che per il pubblico ministero non è contemplato nell’avviso pubblico e che è stato utilizzato dalla Commissione per consentire la partecipazione alla selezione di D’Amore e Zaccone.

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Il secondo livello di accuse è diverso e si lega alla fase della valutazione del concorso.  Verre, Pullano e Russo avrebbero attribuito- diversamente da quanto deciso per altri candidati e senza darne alcuna motivazione- ai candidati Zaccone e D’Amore un punteggio maggiore e non corrispondente ai criteri stabiliti dall’avviso pubblico precedentemente pubblicato. Quindi, avrebbero riconosciuto a Zaccone 1 punto per ogni anno di servizio prestato presso l’Asp di Catanzaro (ambito di Lamezia Terme-Catanzaro come “attività di emergenza sanitaria territoriale- Suem 118”) e a D’Amore 1 punto per ogni anno di servizio prestato presso l’Azienda ospedaliera “Pugliese-Ciaccio” di Catanzaro (nel reparto di Medicina d’Accettazione e d’Urgenza- Pronto soccorso come dirigente medico in convenzione con l’Asp di Catanzaro). Per chi accusa, questi servizi avrebbero dato diritto ad un punteggio di 0,50 per anno di servizio.

Il pubblico ministero sintetizza così la vicenda: tutta le circostanze avrebbero procurato un ingiusto vantaggio a Zaccone e D’Amore, consistito nell’inserimento nella graduatoria definitiva approvata a gennaio 2017 e nella successiva assunzione a tempo determinato presso l’Unità operativa di Medicina e Chirurgia d’Accettazione dell’Azienda ospedaliera di Catanzaro, con la qualifica di dirigente medico.

Queste le accuse di cui il giudice dovrà tenere conto nella valutazione. Ma la verità è sempre parziale se letta solo da una prospettiva, specie accusatoria. Così, il magistrato dovrà tenere a mente anche altri elementi per la sua decisione.  A partire dalla riformata formulazione del reato di abuso d’ufficio, il quale attualmente non prevede la violazione di regolamenti o decreti i quali non hanno forza di legge. Nei capi d’imputazione contestati agli indagati invece sono contestate violazioni di un decreto del Presidente della Repubblica, fonti secondarie che escludono la punibilità della condotta.

Oltre alle questioni tecnico e giuridiche, a riequilibrare la bilancia è utile avere un quadro più completo della vicenda che non si muova solo dalle contestazioni accusatorie. Perché se la Procura sostiene che al bando potessero partecipare solo coloro che avessero conseguito una specializzazione, c’è da sottolineare che lo stesso avviso prevedeva alternativamente l’aver prestato servizio presso l’unità ospedaliera per almeno 5 anni: requisito che Zaccone e D’Amore possedevano.

La Procura contesta anche una parte del punteggio assegnato ai due candidati: uno per ogni anno di servizio, quando per gli inquirenti doveva essere 0.5. Secondo legge, però, nei concorsi tutti i medici che lavorano in una struttura sono considerati dirigenti medici e quindi è equiparabile il punteggio.

Prossima udienza il 6 novembre, quando il giudice sarà chiamato a pesare gli elementi finora raccolti e quanto il collegio difensivo aggiungerà alla discussione.

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