di GABRIELE RUBINO
Sono circa trecento i medici che, a vario titolo, hanno risposto presente all'avviso regionale per affrontare l'emergenza Coronavirus in Calabria. Il numero è un dato "grezzo", nel senso che alcune domande risultano essere duplicate a seguito delle integrazioni alla manifestazione d'interesse stessa. Non sono ancora chiare le cifre delle differenti specialità delle domande pervenute, ma comunque è un dato di partenza da cui formare l'elenco da cui si attingerà per rafforzare le dotazioni organiche degli ospedali calabresi.
LE FIGURE RICERCATE DALLA REGIONE, IN ATTESA DELLA FORMAZIONE DELL'ELENCO- Le professionalità ricercate erano: Anestesia e Rianimazione, Pneumologia, Malattie Infettive, Cardiologie, Medicina Interna, Medicina d'Urgenza e Radiodiagnostica. Le tipologie delle figure assumibili secondo il decreto del governo (anche con contratto di lavoro autonomo) sono tutte a tempo determinato. In alcuni casi per sei mesi, prorogabili a seconda del protrarsi dell'emergenza o in un altro al massimo per un anno senza rinnovo. Oltre agli idonei delle graduatorie, potevano partecipare gli specializzandi agli ultimi anni, i pensionati e gli iscritti al corso di medicina generale.
IL CASO DEGLI ANESTESISTI DI VIBO VALENTIA. FORSE ACCETTANO SOLO IN DUE A TEMPO INDETERMINATO- In questo contesto, dalle singole aziende arrivano dati contrastanti. Ad esempio l'Asp di Vibo Valentia aveva bandito un concorso per 14 posti da anestesisti. Non a tempo determinato bensì indeterminato, quindi ancor più conveniente rispetto all'avviso regionale. Ebbene, secondo quanto appreso da fonti dell'Azienda sanitaria provinciale ad accettare dovrebbero essere soltanto in due.
L'ENIGMA DI OSS ED INFERMIERI- Se sui medici qualcosa si è mosso, ancora le bocce sono ferme per infermieri ed operatori socio-sanitari. Nei primi annunci del piano anti-Covid della Regione, il presidente Santelli ne aveva rispettivamente "contati" 270 e 200. Finora nulla si è mosso. Alle singole aziende, questa volta dalla struttura commissariale, sarebbe stato garantito il reclutamento attraverso l'approvazione dei rispettivi piani di fabbisogno sganciando questo personale dall'emergenza Coronavirus. Per ora, però, questa partita non si è sbloccata.
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