L'appello di Gianpiero Taverniti: "Salviamo la nostra agricoltura"

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Gianpiero Taverniti
  18 ottobre 2020 19:25

di GIANPIERO TAVERNITI

SALVIAMO LA NOSTRA AGRICOLTURA, tutelando i produttori, i consorzi e le cooperative, smettendo di consumare agrumi provenienti dall’Africa , da Israele e dalla Spagna, cercando di aumentare la domanda interna. E’ arrivato il momento che i nostri euro parlamentari propongano a BRUXELLES , trattati aggiornati e vengano rivisitate le quote COMUNITARIE AGRUMI, non è più  accettabile che i nostri ottimi agrumi vengano macinati e gettati via, mentre potrebbero essere immessi nel mercato della nostra EUROPA; in quell’ Europa giusta che dovrebbe difendere e tutelare i cittadini che la compongono. Una delle risorse che dovrebbe rendere economicamente sull’ incremento del PIL, ma che vergognosamente è denigrata, abbandonata da chi dovrebbe rilanciarla e tutelarla.

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Assistiamo al degrado della dignità dei produttori del SUD, che vendono pochi agrumi , vista la spietata concorrenza internazionale sui vari mercati e l’insignificante presenza di trattati oramai sorpassati dalle emergenti economie che surclassano le produzioni italiane. Non ci lamentiamo se poi ingiustamente, assistiamo a caporalati (chiarisco da CONDANNARE LIBERAMENTE) ,nel SUD del paese e nello sfruttamento della forza lavoro clandestina sottopagata e bistrattata, tutto ciò è dovuto solo all’inconsistenza monetaria del prodotto italiano sul mercato, di conseguenza il produttore deve sottopagare chi lavora nel settore, per poter ricavare poco più di ZERO CENTESIMI DI EURO AL CHILO. Sarebbe opportuno attivare una commissione Agricoltura, dove si interfaccino Ministro Politiche Agricole, vari Assessori regionali e parlamentari Europei del settore, da questa sinergia dovrà nascere un documento o una proposta, che tuteli i produttori italiani e che finalmente vengano a ritrattare le QUOTE agricoltura, pesca, olio , latte ect ect. Siamo stanchi di vedere prodotti di inferiore qualità sul mercato ,che costano cinque volte i nostri ed allo stesso tempo affondano i nostri operatori del settore e i nostri agricoltori. Sentiamo delle lamentele, nel nord del paese arriva pochissima merce italiana, quella poca che arriva è pagata a peso d’oro…secondo voi è giusto? Mentre nello stesso periodo vediamo macerare tonnellate di agrumi, che hanno superato i limiti di produzione, da lodare sono alcune piccole aziende che recuperano questo ben di Dio, cercando di produrre succo d’arancia e bibite varie, immettendole nella  grande distribuzione.

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MEDITATIAMO , all’ equità  e alle opportunità che ci da  l’Europa e alle garanzie  che dona a chi ha sempre lavorato ed oggi è obbligato o a lasciare  oppure a operare in maniera illegale sfruttando l’essere umano , in questi lavori duri nella raccolta e lavorazione di Agrumi, solo per poter dire ho lavorato la mia TERRA.

Oggi più che mai , si devono cercare tipicità regionali e italiane, da offrire al mercato estero che cerca sempre prodotti di qualità e di accertata salubrità, prodotti che solo alcuni climi , habitat e temperature possono garantirne l’autenticità e le  “serre a cielo aperto “dei nostri territori ne sono certi garanti.

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