di GABRIELE RUBINO
La Regione si muove per tornare a nominare direttamente i direttori generali di Asp e aziende ospedaliere. L'efficacia del 'Decreto Calabria' si sta esaurendo, la deadline è inizio novembre. Ma la stessa legge speciale prevedeva che, entro 12 mesi dall'adozione del decreto (quindi maggio 2020), la Regione potesse riappropriarsi della selezione dei vertici delle aziende; funzione che era stata in larga misura assegnata al commissario ad acta nominato dal governo e, addirittura in caso di mancato accordo con il governatore, dal ministero della Salute stesso. Nella seduta del 23 luglio, la Giunta regionale ha avviato le procedure pubblicando l'avviso per reperire le candidature.
I REQUISITI E LE AZIENDE INTERESSATE- Restano escluse gli enti sciolti per infiltrazioni mafiose (quindi l'Asp di Catanzaro e di Reggio Calabria), mentre saranno in palio le postazioni delle Asp di Cosenza, Crotone e Vibo Valentia e degli ospedali Annunziata, Gom e i due di Catanzaro, Pugliese-Ciaccio e Mater Domini. In quest'ultimo caso sarà necessaria l'intesa con il rettore dell'Umg e la 'rosa' che si forma dopo la valutazione potrà essere utilizzata anche per la futura azienda unica (infatti essa avrà validità di 3 anni). Il requisito minimo è essere iscritti nell'elenco nazionale dei direttori generali, come aggiornato ad aprile di quest'anno (LEGGI QUI L'ANTICIPAZIONE CON I NOMI 'CALABRESI'). Non potranno essere conferiti incarichi a chi è in pensione. Criteri che invece erano stati derogati dal Decreto Calabria. I tempi non saranno brevissimi. Infatti dopo l'invio delle candidature, che dovrà avvenire entro due settimane dalla pubblicazione sul Bollettino ufficiale regionale, il presidente Santelli dovrà procedere alla nomina della Commissione (almeno uno dell'Agenas e uno scelto dalla Regione) che si occuperà di "predisporre" le rose dei candidati per ciascuna azienda che poi saranno scelti dalla Santelli. Considerando la pausa estiva e i relativi tempi tecnici, si arriverà grossomodo alla data in cui il 'Decreto Calabria' cesserà di essere vigente.
I DUBBI DEL SINDACATO DEI MEDICI SULL'AVVISO- C'è già chi però segnala qualche 'discrasia' sull'avviso regionale. Il segretario regionale dell'Anaao Assomed, Filippo Maria Larussa, fa notare come, in sede di conversione, all'articolo 11 sia stato aggiunto il comma 5bis che recita testualmente: "nelle regioni commissariate ai sensi del decreto-legge 1° ottobre 2007, n. 159, convertito, con modificazioni, dalla legge 29 novembre 2007, n. 222, e della legge 23 dicembre 2009, n. 191, per diciotto mesi dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, la rosa dei candidati e' proposta secondo una graduatoria di merito, sulla base dei requisiti maggiormente coerenti con le caratteristiche dell'incarico da attribuire. Entro i medesimi limiti temporali, per le regioni sottoposte alla disciplina dei piani di rientro, il presidente della regione effettua la scelta, nell'ambito della predetta graduatoria di merito, anche prescindendo, previa adeguata motivazione, dal relativo ordine". In sostanza la delibera con cui è stato predisposto l'avviso regionale, firmata dal supermanager Francesco Bevere, conterebbe solo il riferimento alla 'rosa' ma non alla graduatoria di merito, anche se comunque 'sovvertibile' dal governatore. L'indicazione dell'articolo 11, assumendo per buona l'interpretazione del sindacato della dirigenza medica e sanitaria, dovrebbe valere fino a gennaio 2021 (18 mesi da luglio 2019, quando è stata approvata la legge di conversione).
DOPO IL DECRETO CALABRIA, SI CAMBIANO ANCHE I COMMISSARI DEL GOVERNO?- Ad ogni modo, la pubblicazione dell'avviso con cui la Regione torna a scegliere i vertici di Asp e aziende ospedaliere è anche un messaggio politico. Il Decreto Calabria, che da più parti politiche è stato contestato, sta giungendo al capolinea. Non è detto che anche dal ministero della Salute allo spirare della legge sul servizio sanitario regionale non possa decidere di cambiare qualcosa. Sicuramente non è in discussione il commissariamento della sanità calabrese, ma forse gli attuali commissari governativi sì.
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