Vibo Valentia, omicidio geologo Piccione: un ergastolo

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  11 luglio 2024 17:53

Una condanna alla pena dell’ergastolo nei confronti di Salvatore Lo Bianco, 52 anni, mentre per il cugino Rosario Lo Bianco, di 54 anni, la condanna è a 28 anni di reclusione. Questa è la sentenza della Corte d’Assise di Catanzaro per gli imputati, entrambi di Vibo Valentia, accusati di aver preso parte all’omicidio dell’imprenditore e geologo Filippo Piccione, freddato a colpi di pistola in pieno centro a Vibo la domenica di carnevale del 21 febbraio 1993. Il pm della Dda di Catanzaro, Veronica Calcagno, aveva chiesto per entrambi gli imputati la condanna all’ergastolo. A tale richiesta si erano associati gli avvocati Francesco Gambardella e Danilo nell’interesse dei familiari della vittima.

Salvatore Lo Bianco era difeso dagli avvocati Giuseppe Orecchio e Vincenzo Gennaro, mentre Rosario Lo Bianco era difeso dall’avvocato Patrizio Cuppari. L’omicidio dell’imprenditore Piccione sarebbe stato deciso dai vertici del clan Lo Bianco in quanto ritenevano la vittima coinvolta nel delitto di Leoluca Lo Bianco, avvenuto l’1 febbraio 1992 in contrada Nasari a Vibo, freddato con colpi di fucile partiti dalla proprietà di Piccione. Un fatto di sangue, quest’ultimo, rimasto impunito e per il quale non vi è alcuna certezza di una responsabilità da parte di Filippo Piccione. Tuttavia, la convinzione da parte dei Lo Bianco circa un coinvolgimento di Piccione nell’omicidio di Leoluca Lo Bianco avrebbe portato alla decisione da parte del clan di eliminare il geologo vibonese.

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