'Ndrangheta a Reggio: il ritorno "sulla scena" di Pino Piromalli dopo 22 anni di 41 bis

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images 'Ndrangheta a Reggio: il ritorno "sulla scena" di Pino Piromalli dopo 22 anni di 41 bis

  23 settembre 2025 14:06

Per 22 anni era rimasto in carcere. In regime di 41bis. Poi, dopo la sua scarcerazione -  il 10 maggio 2021 - Giuseppe Piromalli , 80 anni,  alias “facciazza”  si sarebbe riaffacciato sulla scena. 

E' a lui che gli inquirenti contestano il  ruolo apicale nell'indagine  “Res Tauro” della Dda di Reggio Calabria.  Quarantasei indagati, 26 le persone destinatarie di misure cautelari (22 in carcere, 4 ai domiciliari),  indagate a vario titolo di associazione di tipo mafioso, estorsione, riciclaggio, autoriciclaggio, detenzione illegale di armi e munizioni, turbata libertà degli incanti, favoreggiamento personale, trasferimento fraudolento di valori, aggravati dal metodo mafioso, nonché di reati in materia di armi. LEGGI QUI LA NOTIZIA DEGLI ARRESTI 

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 Per gli inquirenti, il sodalizio era tornato sotto la personale direzione dello storico boss, il cui spessore  criminale "non sarebbe stato minimante usurato dalla lunga detenzione". E' lui, che riscrive le dinamiche criminali interne al sodalizio, uno dei più criminali più temibili ed autorevoli della 'Ndrangheta. Lui che avrebbe compreso di dover avviare un'opera di restauro della cosca   "sta tigre che è Gioia Tauro"  come lui stesso  diceva intercettato in una delle conversazioni. Lui, ancora che dopo la scarcerazione avrebbe anche alterato le aste giudiziarie per ritornare in possesso dei beni che, negli anni, gli erano stati confiscati.    Tra le contestazioni della Dda c'è infatti l'alterazione delle aste giudiziarie mediante l'inquinamento delle relative procedure di vendita. L'obiettivo era acquisire beni d'interesse della cosca stessa e rientrare in possesso di quelli già confiscati. Beni che poi sarebbero stati intestati fittiziamente a terzi compiacenti in modo da eludere il rischio di una misura di prevenzione patrimoniale. Se qualcuno fosse stato intenzionato ad aggiudicarsi l'asta, inoltre, sarebbe stato costretto a versare denaro ai Piromalli che reinvestivano gli ingenti profitti illeciti in attività imprenditoriali riconducibili alla cosca, attraverso un sistema di riciclaggio e autoriciclaggio connesso principalmente ai servizi forniti alle aziende agricole del luogo.

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