'Ndrangheta e stabilimenti balneari. Dopo Siderno, interdittive anche a Gioiosa

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Gioiosa Jonica

Legami tra le vicende dei due comuni sciolti per mafia

  18 giugno 2020 07:36

di PAOLO CRISTOFARO

STABILIMENTI, MAFIA E INTERDITTIVE. Siderno e Gioiosa Jonica, due località prese di mira dalla criminalità organizzata locale, che ha creato un business con le strutture balneari, per le quali continuano ad arrivare interdittive antimafia dalla Prefettura. Oltre ai grandi traffici di droga, ai super appalti, agli affari su larga scala, l'insidiosa presenza delle 'ndrine in Calabria è fatta anche di tanti piccoli interessi locali, di continue infiltrazioni nella gestione degli enti comunali; è fatta di singole cosche e famiglie che puntano al controllo totale della loro zona, accaparrandosi qualunque attività economica a tiro, per guadagnare, ma spesso anche per riciclare.

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Di circa un mese fa era la notizia di un'interdittiva antimafia, confermata dal Consiglio di Stato, per uno stabilimento balneare di Siderno, alla quale si è aggiunto, subito dopo, l'ordine di sgombero della struttura e la revoca della concessione demaniale marittima, per la spiaggia (LEGGI QUI). Il Comune era stato sciolto, oltretutto, proprio per l'infiltrazione delle cosche nella concessione di licenze demaniali, come riportava lo stesso documento del Tribunale. Per la stessa vicenda, ora, il Tar di Reggio Calabria ha confermato un'interdittiva, sempre per uno stabilimento, ma a Gioiosa Jonica. Anche Gioiosa è un Comune che ha subito lo scioglimento per infiltrazione mafiosa, ma le vicende non vanno considerate singolarmente. Nel caso di Siderno, infatti, il Consiglio di Stato aveva fatto riferimento ad elementi della criminalità organizzata proprio di Gioiosa Jonica, il cui obiettivo era quello di estendere il controllo sull'area marittima di Siderno

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I SOSPETTI DELLA PREFETTURA, LE CONCESSIONI E I RISVOLTI POLITICO-AMMINISTRATIVI. L'interdittiva per la quale si è espresso in questi giorni il Tar di Reggio Calabria, è datata 18 settembre 2019, data in cui la Prefettura di Reggio ha segnalato la presenza di possibili infiltrazioni mafiose tendenti a condizionare un'impresa balneare di Gioiosa Jonica, dal 2005 in mano a una donna il cui marito, però, ha legami parentali ritenuti "pericolosi". Oltre all'interdittiva, quindi, all'impresa è stata revocata la concessione demaniale per il suolo pubblico. I parenti, infatti, sarebbero stati sottoposti a misure di prevenzione o condannati per gravi reati, con implicazioni in procedimenti penali rilevanti, legati anche a presunti illeciti amministrativi, sfociati in un procedimento per abuso d'ufficio aggravato dal metodo mafioso.

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Per il Tar "le circostanze sarebbero state valutate dal Prefetto anche alla luce dell'avvenuto scioglimento del Comune di Marina di Gioiosa Jonica per infiltrazioni mafiose legate alle vicende relative, guarda caso, al rilascio di licenze per la gestione di stabilimenti balneari". La sentenza fa menzione esplicitamente anche di "violenti scontri tra elementi legati alla malavita in occasione delle competizioni elettorali".

La narrazione dei fatti è indubbiamente speculare a quella ricostruita per Siderno. In quel caso, analogamente, il Consiglio di Stato aveva sottolineato l'infiltrazione nell'amministrazione - anche lì sciolta per mafia - al fine di influire sulle concessioni demaniali, riportando, nello specifico, che "nelle relazioni di accesso che hanno contribuito a determinare lo scioglimento dello stesso Comune di Siderno, come di altri limitrofi – è riportata la circostanza del controllo dei lidi da parte delle cosche attive nella locride, così che risulta fondato sospetto che la gestione delle attività inerenti le concessioni demaniali a scopo turistico stia finendo sotto il controllo della ‘Ndrangheta".

LE INFLUENZE MAFIOSE TRA I COMUNI E LA COMPAGINE SOSPETTA DELLO STABILIMENTO BLOCCATO. Nella sentenza del Consiglio di Stato relativa allo stabilimento di Siderno, il problema era "il legame dei gestori - tutti riconducibili alla stessa famiglia, la cui società risale al 1995 - con esponenti di spicco della cosca di 'ndrangheta operante a Marina di Gioiosa Ionica", e ancora si aggiungeva che "gli inquirenti si sono soffermati a lungo sulle attività della cosca di Gioiosa, "la cui pericolosità e pervasività è stata acclarata nelle operazioni di polizia giudiziaria". Un doppio e oscuro filo, quindi, che unisce i due centri del reggino e le rispettive attività commerciali. 

Nel caso, invece, dello stabilimento bloccato ora proprio a Gioiosa, un parente dei gestori "è stato condannato in via definitiva a 12 anni e 6 mesi per associazione mafiosa, integrando una piena partecipazione all'associazione e non il mero concorso esterno con la stessa". Anche qui, come per Siderno, la sentenza parla di "contributo in occasione delle elezioni comunali". Altri elementi, dello stesso contesto familiare, sarebbero in attesa di giudizio d'appello per reati analoghi. Per il Tar "il gruppo familiare della ricorrente non è affatto estraneo al mercato della gestione dei lidi balneari". Nulla da fare, quindi, in sede amministrativa. Rimangono, per Siderno e per Gioiosa, le interdittive, ma rimane inevitabilmente - e proprio per questo - anche l'ombra, incombente e pervasiva, delle consorterie di 'Ndrangheta.

 

 

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