Falsi in bilancio a Botricello? Il giudice dice no e arriva la terza assoluzione

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Il Comune di Botricello
  10 luglio 2019 18:26

di STEFANIA PAPALEO

Una storia di presunti falsi in bilancio. Iniziata ben sei anni fa con l'inchiesta della Procura della Repubblica di Catanzaro che l'aveva travolta insieme all'ex sindaco di Botricello, Giovanni Camastra, e all’ex revisore dei conti, Gabriele Docimo. E finita ieri anche per lei con una sentenza di assoluzione “perchè il fatto non sussiste”. A fare uscire di scena la responsabile dell’area finanziaria, Mariannina Lodari, è stato il giudice monocratico, Vittorio Rinaldi, in accoglimento della tesi difensiva portata avanti in aula dall'avvocato Salvatore Iannone. È stato quest'ultimo, infatti, a smontare l'accusa di falso in bilancio già crollata per gli altri due imputati davanti al gup, Pietro Carè, che li aveva giudicati con il rito abbreviato. La Lodari, invece, aveva preferito andare avanti con il rito ordinario, affrontando così il processo in Tribunale che si è concluso ieri. A dare lo start ai primi accertamenti furono i carabinieri della stazione di Botricello, che, dopo aver spulciato tra i conti dell'Ente, avevano ritenuto di ravvisare una serie di irregolarità, poi sfociate nelle accuse di falsità ideologica e materiale commesse in atto pubblico e in concorso tra loro, rispetto al bilancio di previsione 2010 e al rendiconto per l'anno 2009. Secondo la Procura, in particolare, l'allora sindaco, insieme al funzionario del Comune, avrebbero falsato la contabilità alterando l’entità dei residui attivi, inserendo crediti non più esigibili, con la compiacenza del revisore dei conti, che avrebbe omesso di rilevare i presunti artifici contabili.  Il tutto, sempre secondo l'originaria ipotesi accusatoria, al fine di nascondere un disavanzo di amministrazione e giustificare la previsione di entrate fittizie per bilanciare spese insostenibili che sarebbero state incrementate negli anni nonostante il sostanziale dissesto dell’ente. Il magistrato, addirittura, aveva ipotizzato irregolarità per circa due milioni di euro, con un bilancio chiuso addirittura in positivo con poco più di tre mila euro. Un teorema accusatorio che, tuttavia, si è sgretolato davanti a due diversi giudici, permettendo ai tre protagonisti della vicenda di riscattarsi totalmente, seppur a distanza di sei anni dall'inizio dei guai giudiziari.

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