di STEFANIA PAPALEO
Omicidi, tentati e commessi. Casi di lupara bianca. Sequestri di persona. Sono 8 gli imputati del maxi processo Rinascita Scott già condannati in primo grado per i reati più gravi. E per tentare di demolire le conclusioni tratte dai giudici che hanno inflitto condanne dai 14 anni fino all'ergastolo, oggi nell'aula della Corte d'Assise d'Appello di Catanzaro, dove si sta celebrando il secondo grado del processo, sono scesi in campo i primi avvocati difensori, Sergio Rotundo e Nico D'Ascola. Lunghe arringhe, quelle portate avanti dai legali, per contrastare la requisitoria già sostenuta dai sostituti procuratori generali Annamaria Frustaci e Alba Sammartino per chiedere la conferma della sentenza impugnata.
GLI IMPUTATI E LE CONDANNE DI PRIMO GRADO
Nello specifico, alla sbarra figurano Saverio Razionale, Giuseppe Antonio Accorinti e Domenico Bonavota, condannati al carcere a vita per il duplice omicidio di Roberto Soriano di Filandari (il cui corpo non è mai stato ritrovato) e Antonio Lo Giudice di Piscopio, uccisi nell’agosto del 1996 nell’ambito di uno scontro tra clan rivali. Ancora, Antonio Ierullo e Antonio Vacatello, condannati a 30 anni di reclusione, Maurizio Pantaleo Garisto e Valerio Navarra, condannati a 20 anni, e Andrea Mantella, collaboratore di giustizia, a 14 anni.
LE ACCUSE
Secondo la ricostruzione dei fatti, Lo Giudice, accompagnato da Soriano, avrebbero chiesto al boss di Zungri Accorinti di aiutarlo a ritrovare l'auto rubata alla fidanzata, ma Accorinti avrebbe subito avvisato Saverio Razionale, boss di San Gregorio D’Ippona, che aveva un conto in sospeso proprio con Soriano ritenuto mandante di due agguati ai suoi danni, per cui quale migliore occasione per servire la vendetta. Soriano e Lo Giudice, dunque, sarebbero stati attirati in una trappola da Razionale e Accorinti e giustiziati: Lo Giudice con un colpo di pistola alla testa, per poi essere dato alle fiamme in un’auto, e Soriano torturato affinché confessasse gli agguati e poi ucciso e trinciato nel terreno con un trattore. Da qui la condanna all'ergastolo per i due imputati.
Domenico Bonavota e Antonio Ierullo, invece, sono stati condannati in primo grado per il duplice omicidio di Alfredo Cracolici( alias “Alfredo Palermo”, presunto boss dell’omonima cosca di Maierato) e Giovanni Furlano, entrambi caduti il 9 febbraio 2002, a Vallelonga, sotto le raffiche di un fucile mitragliatore kalashnikov e di un fucile calibro 12, davanti all’abitazione della fidanzata di Cracolici.
Poi c'è il capitolo relativo al sequestro di persona di Rocco Ursino, vibonese residente a Imbersago, per il quale sono stati condannata a 30 anni di reclusione Antonio Vacatello e a 20 anni Maurizio Pantaleo Garisto e Valerio Navarra, per un debito di 6000 euro non onorato dalla vittima, che sarebbe stata prelevata a Cernusco sul Naviglio e portato in una casa a Seregno, dove sarebbe stato massacrato di botte e poi costretto ad andare con loro nella casa dei genitori in Calabria per la restituzione dei soldi, di cui tuttavia la famiglia non disponeva.
La prossima udienza si terrà il prossimo 5 ottobre per le ulteriori arringhe difensive, al termine delle quali la Procura generale potrebbe chiedere una replica. Solo al termine di tutte le discussioni, la parola andrà ai giudici (presidente: Piero Santese; a latere Cordasco) per la sentenza.
AVVOCATI DIFENSORI
Ad affiancare gli imputati nella difesa ci sono gli avvocati Nicola Cantafora, Sergio Rotundo, Salvatore Staiano, Francesco Calabrese, Luca Cianferoni, Manfredo Fiormonti, Daniela Marino Garisto, Vincenzo Gennaro e Francesco Muzzopappa.
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