Rogo al capannone di Caraffa: Giannini ai domiciliari, il gip conferma parte delle accuse

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Incendio capannone Caraffa
  29 marzo 2024 15:43

di STEFANIA PAPALEO

Le accuse restano in piedi almeno in parte, ma il gip Gilda Danila Romano ha ritenuto sufficiente come misura cautelare quella degli arresti domiciliari. Così Francesco Giannini, proprietario del capannone di Caraffa distrutto dalle fiamme dolose la notte del 15 novembre 2023, ha potuto lasciare il carcere di Siano dove era stato trascinato all'alba dell'1 marzo scorso insieme ad Antonio Infusino, titolare dell'agenzia funebre "Inca Srl" ospitata nei locali incendiati. In accoglimento dell'istanza presentata dal difensore di fiducia, avvocato Maurizio Belmonte, il giudice è partito dalla cristallizzazione ormai avvenuta dei dati di indagine, peraltro integrati dalle dichiarazioni degli indagati, per concedere gli arresti domiciliari, idonei a impedire l'interlocuzione tra i soggetti coinvolti e l'accesso sui luoghi "incriminati". Inoltre, sulla base della documentazione cartacea e digitale, con tanto di contratto assicurativo allegato, prodotta dalla difesa di Giannini, il giudice ha concluso su una limitata partecipazione di Giannini ai fatti contestati con la mera asportazione di un cofano funebre.

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Al centro della vicenda, infatti, figura l'incendio appiccato dolosamente da Antonio Infusino, con la complicità di Francesco Giannini, al fine di incassare il premio assicurativo previsto dal contratto stipulato con la "Groupama" e aumentato nel massimale proprio pochi giorni prima dell’incendio, per poter così pagare i fornitori ed avviare una nuova e più redditizia attività operante nel campo dei servizi funebri nel comune di Catanzaro. Accusa, questa, messa su dal sostituto procuratore Stefana Caldarelli e contestata a gran voce dall'avvocato Belmonte, che ha dimostrato come la modifica contrattuale sia determinata dal mero decorso del tempo, senza intenti specifici del contraente. 

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Le indagini ora procederanno per delineare anche il ruolo degli altri due indagati, rispetto a un incendio che aveva provocato danni molto gravi anche ad altri cinque capannoni situati nella stessa area industriale di località Difesa, a Caraffa di Catanzaro. 
LEGGI QUI GLI INTERROGATORI DEGLI INDAGATI
CLICCA QUI PER LEGGERE I NOMI DEGLI INDAGATI E GUARDARE IL VIDEO DELL'INCENDIO

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