Sabatino Nicola Ventura: "Calabria grande e amara"

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Sabatino Nicola Ventura
  08 gennaio 2023 10:49

di SABATINO NICOLA VENTURA

 

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In queste ultime settimane mi è stato difficile non pensare all’affermazione, ormai risalente a sessant’anni, sostanziata nel magnifico libro di Leonida Repaci, Calabria grande e amara. Mi ritorna, anche, purtroppo ogni qualvolta un fatto particolarmente negativo si realizza in Calabria, quanto Corrado Alvaro scriveva: “ Dei greci, i meridionali hanno preso il loro carattere di mitomani. E inventano favole sulla loro vita che in realtà è disadorna. A chi come me si occupa di dirne i mali e i bisogni, si fa l’accusa di rivelare le piaghe e le miserie, mentre il paesaggio, dicono, è così bello”.

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Alvaro e Repaci, ancora, mi danno di pensare, con la Loro chiave di lettura, alla mia terra, questa di oggi, la Calabria grande e amara e ricca di mitomani. Infatti, è una regione che continua a essere emarginata, la storia e soprattutto i tempi moderni e contemporanei lo provano, per come la consolidata presenza dei millantatori della realtà.

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Questa volta ha sollecitato la mia sensibilità di calabrese italiana ed europea, la vicenda dell’istituzione del secondo, o terzo, corso di laurea in medicina ad Arcavacata di Rende.

Sulla questione ho letto e ascoltato numerose dichiarazioni di esponenti politici, di amministratori comunali, soprattutto di Catanzaro e della provincia, e di Consiglieri Regionali; ho letto anche il pensiero d’intellettuali, in verità pochissimi. (Ho apprezzato positivamente le note stampa dell’amico Marcello Furriolo, forse l’unico che pone concrete e chiare richieste alla politica e alle istituzioni calabresi). Ho letto e ascoltato le dichiarazioni del Presidente della Giunta Regionale, Roberto Occhiuto e del Presidente del Consiglio regionale, il nostro concittadino Filippo Mancuso, ma anche quanto ha dichiarato il sottosegretario, nostra concittadina Wanda Ferro. Tutti si sono proclamati amici della città di Catanzaro, molti, non Occhiuto e Mancuso, hanno stigmatizzato la decisione di avviare un Corso Di Medicina a distanza di uno schioppo di fucile dal campus universitario in località Germaneto di Catanzaro, ma, così interpreto, limitandosi a frasi di facciata, di circostanza, senza alcuna possibilità di ricaduta efficace. Sono asserzioni che non arrivano sino in fondo, non mettono il dito sulla piaga, perché preoccupati a “tutelare il ruolo che occupa ogni singolo dichiarante”; perché, ritengo, è prioritario in loro mantenere una posizione non sbilanciata a veri “difensori” di Catanzaro, allo scopo di non pregiudicare eventuali interessi dei campanili del territorio di appartenenza, del loro elettorato e della collocazione politica e/o amministrativa. Sono prese di posizione sostanzialmente prive di efficacia: sterili. Sono anche politicamente ipocrite. 

Cosi è comodo essere un politico, un rappresentante delle istituzioni elettive esponendosi/non esponendosi: ci si ritrova sempre in piedi.

Questa vicenda contribuisce anche molto a scoprire l’inutilità dei partiti: non registro alcuna posizione assunta in particolare dai loro organismi regionali. Quanto non “osano” fare, prova che oramai contano gli eletti e gli aspiranti tali, che in base ai propri interessi, di volta in volta e con riferimento al singolo argomento, assumono, con dichiarazioni che spesso lasciano il tempo che trovano, posizioni personali. Sono, le loro dichiarazioni, in tanti casi, come dice Alvaro, da mitomania.

Il Presidente del Consiglio Regionale, Filippo Mancuso, esalta il risultato della creazione, finalmente (atto di politica sanitaria dovuto sotto ogni aspetto) dell’Azienda unica Dulbecco, e la presenta, così ho capito, quale “risarcimento” a Catanzaro insieme al corso di laurea in Veterinaria: una compensazione. Ma è argomento che nulla riguarda la vicenda del corso di Laurea in medicina ad Arcavacata: si mistifica. La verità è che egli, Presidente del Consiglio Regionale, esponente politico di spicco della Lega, nulla fa per contrastare la decisione voluta da Occhiuto, anzi lo avalla.

Il Presidente della Giunta Regionale, Roberto Occhiuto sostiene, da principale artefice, la scelta della nuova Facoltà a Rende, e motiva chiaramente la Sua posizione favorevole. I Suoi argomenti a sostegno, che ho colto, sono sostanzialmente due: la necessità di avere più studenti di medicina (cosa che ovviamente potrebbe tranquillamente realizzarsi presso la Facoltà dell’Università Magna Grecia di Catanzaro); e la qualità maggiore che sarà offerta, conseguenza della competitività che ci sarà fra le Università. Assunto che si è rivelato  in generale non veritiero in Italia, e non solo per le università, e che in ogni caso dovrebbe valere per ogni altro corso di laurea, presente e futuro, che dovrebbe essere anch’esso duplicato e triplicato sul territorio regionale. Su quest’ultima posizione, molto politica ed espressione della peggiore destra illiberale, mi riservo di svolgere in una mia prossima nota, un’apposita riflessione. Mi auguro che su quest’ultimo aspetto, ci siano più interventi e iniziative delle organizzazioni politiche e culturali della sinistra: sarebbe ora.

La questione delle facoltà di medicina evidenzia anche il profilo basso della qualità dell’istituzione regionale, soprattutto per la grave incapacità del Consiglio Regionale di progettare (tale vicenda ne è la conseguenza). La non esistenza, ad esempio, di un sistema sanitario calabrese, dopo cinquant’anni di regionalismo lo dimostra chiaramente. La Calabria non programma: nulla si registra a oggi di strategico. La Regione latita su ogni aspetto importante che riguarda la vita e il progresso dei calabresi. La programmazione che richiede scelte, decisioni concrete si è rivelata impossibile in Calabria: causa il campanilismo becero e dannoso, ma anche per l’inesistenza della politica di qualità, seria e spendibile a ogni livello nazionale ed europeo. In politica la ricerca del successo personale, fine a se stesso è una verità che impedisce la programmazione; ciò è causa  dell’incapacità di pensare alla Calabria con una grande visione.

I partiti, cuore della democrazia parlamentare italiana, sono da qualche tempo formazioni al “servizio” degli eletti, e non, come dovrebbe essere, il contrario. La loro impossibilità di assumere decisioni vincolanti per gli iscritti e gli eletti sono più che certificate. Nell’incapacità in Calabria dei gruppi al Consiglio Regionale di esprimere posizioni univoche, questa vicenda della facoltà di medicina rientra anch’essa nell’assenza di “programmazione universitaria”, ma anche sanitaria. L’inconsistenza dei partiti, a ogni livello, regala ai territori della Calabria più “forti” e alla loro rappresentanza in Consiglio Regionale, se non addirittura a singoli Consiglieri, e al Presidente della Giunta, ampie possibilità decisionali in assoluta libertà.

Tornando all’Università, ritengo che la Calabria non abbia  bisogno della polverizzazione delle diverse facoltà su tutta la regione, ma di tanta qualità che solo Università serie, con strutture e attrezzature importanti, e con offerte differenti potranno assicurare. Ciò potrà essere se si punterà molto, potenziandole, su l’UMG di Catanzaro e l’Università della Calabria di Rende, già di buona qualità e con strutture e attrezzature importanti.  Richiamo l’attenzione che sono sedi raggiungibili in tempi rapidi, veloci anche dai territori più lontani della Calabria; soprattutto se sarà riorganizzata la viabilità stradale e ferroviaria all’interno della regione.

La qualità, il sapere la cultura dei nostri giovani, dovranno essere la forza sui cui puntare per il progresso della Calabria, ma anche la forza spendibile a livelli alti in Italia e nel resto del mondo.

Inventare la competizione è un escamotage risibile. Programmiamo il futuro della Calabria: questo sarebbe la cosa seria, finalmente da fare.

La vicenda Facoltà di Medicina non è solo un’altra vigliaccata contro Catanzaro, ma è soprattutto una vigliaccata fatta all’intera Calabria. Questa classe politica mediocre e miope che da molti anni governa la regione, realizzando la commedia dell’arte dovrà essere rapidamente sconfitta e soppiantata. Il cambiamento dovrà essere perseguito con decisione. 

Il Consiglio Comunale di Catanzaro, convocato per il 16 gennaio, dovrà chiaramente condannare la decisione di realizzare a Rende  una nuova Facoltà di medicina; indicare fra i protagonisti di questa sbagliata decisione I Presidenti Mancuso e Occhiuto. Dovrà denunciare con decisione che quanto si sta facendo, è contro il progresso della Calabria: avvia, fra l’altro, una nuova corsa al campanilismo nei vari territori.

Chiara dovrà essere la risoluzione politica che sarà votata.

L’unanimismo a tutti i costi non dovrà essere perseguito.

Ricordo che l’argomento Facoltà di Medicina, Azienda Dulbecco, Sanità in Calabria non potrà non vedere la sinistra e il centro sinistra su posizioni sostanzialmente diverse dalla destra su tutto il territorio regionale. Non potrà che essere così, anche a Catanzaro.

 

                       

      

 

 

   

 

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