Soldi per corrompere un giudice di Potenza: il Gup di Catanzaro manda a processo un avvocato e un notaio

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images Soldi per corrompere un giudice di Potenza: il Gup di Catanzaro manda a processo un avvocato e un notaio

  18 novembre 2021 15:28

di EDOARDO CORASANITI

Secondo l'accusa avrebbe chiesto e ottenuto 23mila euro da un suo cliente, millantando che servissero a pagare un giudice onorario della Corte d'Appello di Potenza ("completamente estraneo alla vicenda") dopo l'esito favorevole di una causa civile: con l'accusa di traffico di influenze illecite, oggi il giudice dell'udienza preliminare di Catanzaro ha rinviato a giudizio Raffaele De Bonis Cristalli, avvocato di Potenza. 

Da alcune intercettazioni, sarebbe emersa la richiesta di denaro fatta dall'avvocato al suo cliente, che poi ha versato la somma in contanti e che sarebbero serviti per la presunta corruzione del giudice: da quanto emerso gli investigatori hanno inoltre acquisito immagini relative agli incontri tra i due. All'avvocato è stato quindi contestato di "aver vantato - è scritto in un comunicato diffuso dalla Questura di Potenza un anno fa quando è avvenuto il sequestro della somma contestata - un'asserita relazione con il giudice onorario grazie alla quale avrebbe ottenuto, mediante remunerazione, la vittoria processuale".

Le indagini sono state condotte dalla Squadra Mobile di Potenza e coordinate dalla Procura della Repubblica di Catanzaro, competente sui magistrati del capoluogo lucano. Oggi in aula il pubblico ministero Saverio Sapia ha ribadito l'intenzione dell'ufficio di chiedere il rinvio a giudizio: la giudice Maria Cristina Flesca si è ritrovata sulle posizioni dell'accusa e ha disposto il giudizio che partirà il 19 settembre 2022 davanti al Tribunale Monocratico di Catanzaro. Stesso esito anche per un altro indagato, il notaio Giancarlo Laurini, coinvolto nel procedimento con lo stesso titolo di reato ma che avrebbe assunto una posizione marginale. Tra dieci mesi i difensori dell'avvocato e del notaio potranno ripartire con la strategia che già oggi si era espressa nell'aula U del quarto piano del Tribunale di via Argento: gli avvocati infatti avevano cercato di convincere la giudice sull'estraneità dei loro clienti rispetto all'impianto accusatorio. Formulando la richiesta di una sentenza di non luogo a procedere che al momento non ha trovato sponda nel giudizio del magistrato. La palla passa al dibattimento, dove sarà accertata la verità processuale della vicenda. 

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