A Catanzaro l'XI edizione del premio "La Rosa d'Argento", nel ricordo di Emilia Zinzi

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images A Catanzaro l'XI edizione del premio "La Rosa d'Argento", nel ricordo di Emilia Zinzi

  09 settembre 2025 22:30

di GAETANO MARCO GIAIMO

Un riconoscimento dedicato a celebrare, non a commemorare ma a camminare nel solco tracciato da una figura di calibro eccezionale che ha lasciato un segno importante nella ricerca storico-archeologica e nel suo rapporto con l'urbanistica e lo sviluppo socio-economico come elemento portante della dimensione evolutiva delle comunità: è questo il premio "La Rosa d'Argento", dedicato al nome e al ricordo di Emilia Zinzi, giunto quest'anno alla sua undicesima edizione e che ha visto questo pomeriggio il suo culmine all'interno della sala convegni della Camera di Commercio di Catanzaro. Gli attestati di merito, conferiti a personalità calabresi che si siano distinte per la loro attività sul territorio e per la condotta nella propria quotidianità, sono stati consegnati dai rappresentanti degli enti organizzatori, Camera di Commercio di Catanzaro-Crotone-Vibo Valentia, Fidapa e Ande rispettivamente ad Anna Rocca, imprenditrice socia del gruppo McDonald's, a Stefania Giglio, biologa marina, e a Gabriella Reillo, magistrato attualmente Presidente della Corte d'Appello di Potenza.

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Prima delle premiazioni, però, largo spazio è stato dato a una discussione dedicata alla figura di Emila Zinzi, della quale ricorre oggi il 21° anniversario della scomparsa. A mediare l'incontro, la giornalista Giulia Zampina: "In genere questa manifestazione si svolge in primavera, per una serie di fortunate coincidenze invece oggi cade proprio in questo giorno". A prendere poi la parola è stato il Presidente della Camera di Commercio CZ-KR-VV, Pietro Falbo: "Io ho ereditato questo premio e penso che sia di un'importanza straordinaria. La Camera di Commercio è in commissione per identificare le donne che si sono distinte nel lavoro e nella comunità per valori e principi che trovano esplicazione nel loro agire quotidiano. Questa attenzione nel saper identificare modelli umani per noi è estremamente importante e La Rosa d'Argento deve essere un punto di riferimento dell'intera comunità cittadina". L'intervento successivo è stato di Rossella Barillari, Presidente Fidapa BPW Italy Catanzaro: "Sto per concludere il mio biennio alla presidenza ma la premiazione va tramandata nel tempo. Le materie in cui si sono distinte le premiate odierne faranno capire quanto il lavoro delle donne oggi è importante, oltre al segno lasciato dalle personalità che abbiamo votato all'unanimità". Presente in sala e chiamata per portare un saluto anche l'assessora alla cultura del Comune di Catanzaro, Donatella Monteverdi, che ha ribadito la proposta da parte dell'Amministrazione di intitolare una scuola ad Emilia Zinzi: "Noi ci siamo mossi, aspettiamo solamente la risposta della prefettura".

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Anche Marisa Fagà, una delle due menti dietro al premio "La Rosa d'Argento" assieme a Paolo Abramo, nonché Presidente Nazionale Ande, ha dato il suo contributo: "Sono tanti anni che io mi batto sul campo e la Camera di Commercio è sempre stata la casa dove vivere eventi culturali di un certo livello perché in grado di accogliere le donne, condividere le loro proposte e affiancarle nelle loro battaglie. Nel 2009 organizzammo un convegno intitolato Catanzaro con gli occhi di Emilia Zinzi e ancora non siamo riusciti a diffondere quella visione: rilancio ancora una volta la proposta di fare assumere all'Amministrazione comunale tutto il patrimonio librario di Emilia, ricatalogare i testi e creare la Fondazione Emilia Zinzi. Ai giovani dico di leggere e approfondire il messaggio di questa straordinaria donna, che ci ha insegnato a volare in una terra difficile come la Calabria, perché è rivoluzionario".

Spazio poi a Francesco Cuteri, Archeologo e Docente di beni culturali e ambientali, che è stato amico della storica dell'arte e ha voluto tracciarne un ritratto: "Ricordo ancora quel 9 settembre 2004, quando risposi ad una telefonata e mi comunicarono che Emilia non c'era più. Rimasi immobile, non perché non me lo aspettassi, aveva già avuto una crisi poco tempo prima, ma perché sentivo che nella mia vita si era appena spento qualcosa di molto importante. Quando la vidi distesa su un lettino in una sala buia di Villa del Sole, mi promisi che avrei onorato e ricordato il suo nome in ogni occasione perché non potevo sottrarmi a quella vastità di valori e concetti che mi aveva trasmesso in un tempo breve. Qualche giorno fa, grazie all'abilità del collega Antonio Vescio, sono saltati fuori dei documenti dagli archivi del Ministero nei quali si segnalava la figura di Emilia per le sue capacità. Lei fu vittima di diversi attacchi proprio perché non aveva paura di esporsi ai risentimenti locali: ricordiamo che le si sputava in faccia per strada perché aveva impedito che si trasformasse quello che oggi è il Complesso Monumentale del San Giovanni in un parcheggio e che una volta, recatasi a Palazzo Alemanni, luogo per cui si stava battendo, fu chiusa lì dentro e il luogo fu dato alle fiamme. Emilia era una piccola donna e si metteva di traverso a tutto il resto, da qui si può arrivare alla sua umanità e al suo candore. Se penso a quello che ha fatto, con le difficoltà che ha incontrato, non posso che inchinarmi e ringraziarla per avermi offerto la possibilità di starle accanto. Per tramandare i suoi insegnamenti non basta un incontro ogni tanto, dobbiamo aprire il mondo di Emilia agli altri per non perdere quello che voleva dirci".

Ha partecipato alla discussione, in telecollegamento, anche Domenico Piraina, originario di Conflenti e dirigente del Settore Promozione Culturale del Comune di Milano dei musei scientifici milanesi: "In Italia la tutela del patrimonio storico-artistico-ambientale nasce nel 1909, poi viene definita nel 1922 da Benedetto Croce e infine viene sancita nell'articolo 9 della Costituzione con una norma visionaria e ancora oggi all'avanguardia creata da Concetto Marchesi ed Aldo Moro. L'articolo 9 è stato faro dell'attività successiva di Emilia Zinzi, che portò avanti battaglie che oggi coincidono col pensiero mainstream, per alcuni versi, ma che all'epoca erano assolutamente pionieristiche. La professoressa aveva capito che la tutela del territorio si deve accompagnare alla sua valorizzazione e questo è dimostrato ampiamente oggi; importante era anche l'attenzione alle comunità, poiché sosteneva che non basta l'impegno dei singoli, bisogna insegnare a tutti le ricchezze che possiedono nei luoghi che abitano, così che siano in grado di apprezzarle e difenderle. La Zinzi si è applicata in un territorio marginale e di frontiera, per tutte queste ragioni l'iniziativa che ne ricorda la sua figura è molto meritevole e lei può diventare punto di riferimento assoluto anche per le nuove generazioni".

Roberta Porcelli, Presidente Ande Catanzaro, ha poi indirizzato il pomeriggio verso la parte clou, ovvero la premiazione: "La consegna di un premio è un momento lieto, di festa, di condivisione bella perché rappresenta il riconoscimento in altri di un valore di qualità positiva. È una gratificazione per chi lo riceve e anche in chi lo conferisce quando viene dato con convinzione e consapevolezza: un premio come quello di oggi è una responsabilità importante per chi è chiamato a individuarne il destinatario perché intitolato ad una persona di così alto valore, quindi deve essere assegnato a qualcuno di altrettanto meritevole e che abbia portato avanti le proprie idee con convinzione". La prima premiata è stata Gabriella Reillo, che ha sottolineato il suo impegno nelle pari opportunità in un ambito complesso come la magistratura: "Quando ho iniziato l'organizzazione del lavoro era diretta dagli uomini e tarata sugli uomini e far passare l'evidenza di questa disparità non è stato semplice, soprattutto nei ruoli direzionali". È stato poi il turno di Antonella Rocca, premiata da Antonella Mancuso: "Non sono abituata a stare tra il pubblico e sono molto emozionata. Nella mia azienda il 60% degli assunti sono donne e anche nella gestione siamo quasi tutte donne". L'imprenditrice è stata ringraziata per il suo impegno nel sociale, attraverso il reinserimento di ragazzi che attraversano un percorso di recupero da varie dipendenze o che vengono dal carcere minorile. L'ultima a ricevere l'attestato, consegnato da Annarita Palaia, è stata Stefania Giglio: "Io sono un tecnico di campo e nel mio lavoro bisogna affrontare tante situazioni senza paura: tutto questo mi ha fatto crescere e mi ha dato coraggio. La cosa più difficile, però, è essere donna e tecnico di campo in Calabria: la mia premiazione non è dovuta a questo ma penso sia anche per il coraggio di essere una combattente in difesa delle donne, soprattutto all'interno della pubblica amministrazione". 

Giulia Zampina e Francesco Cuteri hanno poi ricevuto un dolce omaggio creato da Anita Nicotera. La giornalista, prima dei saluti finali di Rossella Barillari, ha aggiunto: "I momenti come quello di oggi sono piccoli spazi di democrazia e comunità inseriti in un luogo più grande che è quello della cittadinanza. Abbiamo parlato di diritti, di comunità e tutela, perché la tutela delle cose passa dalla tutela delle persone. Vi lasciamo con una promessa: la prossima edizione cadrà nuovamente il 9 settembre perché abbiamo tutta l'intenzione di istituzionalizzare questa data".

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