“A colpi di pennello,” Emilio Marrazzo racconta la sua arte con Mesoraca sempre sullo sfondo

Share on Facebook
Share on Twitter
Share on whatsapp
images “A colpi di pennello,” Emilio Marrazzo racconta la sua arte con Mesoraca sempre sullo sfondo

  03 marzo 2020 16:51

di NICOLA LONDINO

"Pittura, scultura, vocazione e dedizione. Emilio Marrazzo si può descrivere con queste parole. Concluso il percorso di studi all'Accademia delle Belle Arti di Catanzaro, prosegue con la sua arte in giro per l’Italia. Un colpo di pennello dopo l’altro, Emilio entra nelle gallerie d’arte con le sue opere. “Le composizioni di Emilio Marrazzo si contraddistinguono per le vibrazioni dinamiche scaturite dagli accordi cromatici squillanti. Il risultato finale non appare come un caos informe, quanto piuttosto come la trasposizione visiva degli stati d’animo e degli impulsi emotivi dell’artista. Si tratta di un linguaggio astratto-informale che libera sulla tela una energia dirompente, esplosiva e vivificatrice.” Si esprime così in una recensione sulle sue opere Paolo Levi, noto critico d’arte. Artista con la sua terra sempre nel cuore,  Mesoraca. La sua prossima pennellata sarà, infatti, quella di aprire uno studio artistico a Mesoraca nella prossima estate. In questa intervista l'artista illustra il suo percorso personale e professionale".

Banner

 Partiamo dall'origine. La passione per l’arte è arrivata col passare del tempo? Casualmente? Oppure si tratta di una predisposizione innata?

Banner

"Diciamo che io già da piccolo disegnavo nel modo più spontaneo possibile, non potevo già sapere e non immaginavo inizialmente di andare a studiare all'Accademia delle Belle Arti, ma comunque ho sempre avuto questa predisposizione e quindi ho deciso di seguirla. Nel disegno io riuscivo a trovare il mio mondo, era un momento per evadere da qualsiasi cosa, per immergermi dentro me stesso . Questa è stata sempre la molla che mi ha spinto su questa strada. Percorso tortuoso, ma affascinante".

Banner

Quando ti sei accorto di avere un talento così importante?

"Ho sempre vissuto in sottofondo questo aspetto. Si tratta di un discorso di intuizioni, che poi possono essere confermate da varie cose. Una lezione, una notizia letta su un giornale. Piccole dimostrazioni che ti fanno rendere conto di averci visto giusto. Si parla di affinità elettive, come si suole dire. Non è sicuramente un mondo facile, io sempre dipinto per la libertà che conferisce l’arte sostanzialmente. Dopo le cose sono arrivate sole. Sembra quasi che sia l’arte a scegliere te e non viceversa. Una vocazione quasi religiosa. Non si tratta di un lavoro come gli altri, nasce come una passione e poi si prende quello che viene. Un dono dato dall'alto, come dicevano i primi artisti. L’arte in passato era un modo per contrastare il sistema, per provocare. Una volta si faceva in modo indiretto in quanto si lavorava per il potere ora invece la questione è opposta. L’artista si oppone liberamente attraverso le proprie opere. In ogni caso è il pennello che guida la mano e non viceversa. “E’ l’arte che si serve di me,” diceva Picasso".

Il tuo stile si rifà all'arte contemporanea, quali sono le tecniche che prediligi?

"Espressionismo astratto e Primitivismo sono le correnti alle quali mi rifaccio maggiormente. Tutto digerito e poi reinterpretato personalmente. L’arte in generale è libera da qualsiasi schema, in particolare quella astratta. L’interpretazione può essere completamente personale. Come tecniche utilizzo prevalentemente acrilici, oli e smalti. Mi dedico anche alla scultura saltuariamente".

Qual è la situazione dell’arte oggi?

"Chi non è conosciuto viene poco considerato, è difficile farsi spazio nel mondo dell’arte in quanto è comunque un mondo particolare. L’artista emergente viene un po' penalizzato. Alcuni acquirenti vedono l’arte come un investimento, sono disposti a spendere grandi cifre per i quadri dei grandi nomi. Altri invece spendono per i quadri dei quali si innamorano, è un mondo molto variabile. In ogni caso l’arte non vive un bel momento oggi".

Cosa si prova davanti alla constatazione di aver raggiunto il proprio sogno?

"C’è molta soddisfazione, solo il fatto stesso di dipingere è appagante. Quando si riesce a tirare fuori un lavoro valido, l’orgoglio è tanto".

 Nel corso della carriera sono arrivati importanti riconoscimenti….

"Sono stato selezionato per una pubblicazione su un atlante, un annuario che poi sarà presente in tutte le gallerie. L’ Atlante dell’arte contemporanea edito da De Agostini. I nomi dei presenti sono stati pubblicati dal Tempo il 19 dicembre 2019. Ho ottenuto pubblicazioni su riviste come “Biancoscuro” e “Top Gallery.” Ho ricevuto il Premio internazionale Arte Palermo nel 2018. Due premi da ArtExpò. Il primo nel 2019, l’oscar della creatività per il Primo Gran Premio Montecarlo e il secondo per le arti visive conferitomi in occasione del Primo Premio David di Donatello a Cesenatico il 4 gennaio scorso".

Progetti per il futuro?

"Aprirò uno studio artistico qui a Mesoraca nella prossima estate, e ovviamente continuerò a dipingere e a essere presente nelle gallerie d’arte con le mie opere".

Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner