A Corigliano con Federica Forciniti, prove tecniche di south working (VIDEO)

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images A Corigliano con Federica Forciniti, prove tecniche di south working (VIDEO)
Federica Forciniti
  17 ottobre 2020 10:27

di GIOVANNA BERGANTIN

 E’ innegabile. Siamo tutti concentrati a capire cosa accadrà domani, nella  seconda ondata pandemica. Lo spettro di un nuovo lockdown ritorna come pensiero ossessivo, isolamento, bisogna però ammettere, che ci ha cambiato ritmi e qualità della vita velocizzando la voglia di riscatto e i processi di cambiamento. Un anno, questo, che sembra un secolo di esperienze e conoscenze con un ventaglio di nuove opportunità. Intanto, il lavoro non si è fermato cambiando  molto rapidamente prospettive e interessi. Finalmente, per necessità e non certo per virtù, ci troviamo oltre la barriera del workplace.

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Il work che si fa smart è la formula più recente del lavoro futuro. E la carica degli smartworkers è il grande fattore positivo scaturito dalla pandemia. L’esperienza, che si prospetta ancora lunga, merita attenzione per la capacità che ha avuto di coinvolgere in brevissimo tempo, da nord a sud dell’Italia,  oltre al privato, anche il  pubblico.

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 “Vivo e lavoro a Roma, ma ho famiglia a Corigliano e sono l’esempio perfetto di chi lavora in smart working, e anche in “south working”, cioè per ora lavoro dal Sud per una multinazionale”. Così racconta con decisione la sua esperienza dopo il Covid, Federica Forciniti, 35 anni, stimata professionista nel settore finanziario. Dopo la laurea specialistica in amministrazione, finanza e controllo  in Bocconi a Milano, va in Inghilterra dove entra in Unilever. Cambia e decide di lavorare per il colosso del tabacco Philip Morris International, passando da Londra  a Losanna, sito operativo per il mercato europeo. “Invece di ritornare a Londra, ho chiesto di lavorare nella sede di Roma che si occupa del mercato italiano. Ho pensato agli affetti familiari e mi è sembrata una buona soluzione scegliere un ufficio posto a metà strada con la Calabria”. Federica  racconta la sua storia e il suo rapporto con i cambiamenti. ” Quando avevo 18 anni ho lasciato Corigliano per trasferirmi a Milano, la città italiana più internazionale. Nel periodo universitario ho fatto un semestre in Olanda, durante la specialistica, un semestre a Singapore e uno stage a Londra. La mia famiglia è abituata agli spostamenti- mio fratello vive e lavora in Uruguay- ma in verità ho seguito l’insegnamento di mio padre che mi ha sempre spinto a essere cittadina del mondo. Nonostante gli sforzi e le difficoltà iniziali di ambienti, persone e culture differenti, il cambiamento è un’esperienza altamente formativa e necessaria”. Allena ad affrontare le difficoltà, le emergenze del lavoro, come quelle attuali. “ Molti hanno un concetto sbagliato di chi lavora da remoto. Bisogna superare l’idea della giornata che inizia la mattina in ufficio con il cartellino e con il controllo del Capo e si conclude con l’uscita pomeridiana. – spiega Federica – In Italia è un fenomeno recente, non è così per le aziende multinazionali, come quella dove lavoro che è molto avanti sui programmi di welfare e di formazione ed è già  da tempo organizzata per lo smart working. Si lavora e si opera senza diminuire la produttività, basta concordare obiettivi verificabili, rispettare le scadenze, interagire e collaborare col team. Esattamente tutto quello che si fa in ufficio, ma con maggiore flessibilità.- precisa Federica -  Non devi uscire presto,  prendere i mezzi di trasporto per raggiungere l’ufficio, ma  hai spazi liberi per fare più cose e dare tempo a interessi e passioni, come fare sport e cucinare, mentre in ufficio si fa pausa pranzo con uno stacco breve”. Naturalmente l’identikit del nuovo manager è cambiato. ”Si instaura un rapporto fiduciale col proprio team, senza controllo visivo, ma con capacità organizzative che coinvolgono tutti, anche se non in presenza. È questione di responsabilità e fiducia. E poi a casa si lavora di più, perché sei più tranquilla e meno stressata”. La giovane professionista  ha lasciato Roma dopo il lungo lockdown e continuerà a lavorare da casa perché ha ricevuto da poco la notizia di proroga “ Le emergenze spesso ci aiutano a risolvere  i problemi e portano novità sostanziali e utili alla collettività. Ma lavorare da casa – sintetizza Federica - implica avere spazi idonei e attrezzature adatte. Su questo, le Aziende penso debbano ancora investire”.

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