Nel cinquecentesco Palazzo Arnone di Cosenza, sede della Galleria Nazionale, il 5 maggio scorso, alla
presenza di una moltitudine di attenti visitatori, critici d’arte e artisti del panorama contemporaneo
regionale, è stata inaugurata una importante mostra dedicata all’artista Antonio Pujia Veneziano dal titolo
NATURA.
L’evento è stato promosso dall’associazione Aleph Arte APS in collaborazione con la Direzione Regionale
Musei della Calabria, diretta dal dott. Filippo Demma. La mostra dall’alto valore artistico e culturale si
inserisce integralmente nell’ottica delle attività contemplate dal Codice dei Beni culturali e del Paesaggio,
che prevede forme e modi per l'utilizzazione non onerosa di beni mobili e immobili per manifestazioni e
iniziative temporanee di grande pregio.
Alla presentazione della mostra, oltre all’artista sono intervenuti: la dott.ssa Rossana Baccari Direttrice della
Galleria Nazionale ed i curatori Prof. Andrea Romoli Barberini docente di Storia dell’Arte moderna e
contemporanea presso l’Accademia di Belle Arti di Napoli e il Dott. Domenico Piraina Direttore di Palazzo
Reale di Milano.
Gli interventi hanno voluto sottolineare il lavoro di oltre cinquanta anni di ricerca di Antonio Pujia Veneziano
che, pur operando lontano dai circuiti accreditati dell’arte, nei quali più facilmente e più spesso gli artisti sono
premiati dal mercato e dal successo, si è contraddistinto tra gli addetti ai lavori per il suo linguaggio attuale
e originale.
La Direttrice Rossana Baccari si è soffermata sul ruolo del Museo come luogo privilegiato per la ricerca, la
sperimentazione, il dibattito pubblico e l’incontro comunitario e l’importanza di poter ospitare la mostra di
un importante artista contemporaneo dello spessore di Antonio Pujia veneziano nella Galleria Nazionale di
Cosenza, nel quale si trovano esposte le opere dei più importanti pittori nati in Calabria ed artisti napoletani,
insieme al nucleo costituito dalle opere di Mattia Preti e Luca Giordano, senza dimenticare la sezione di opere
grafiche di Umberto Boccioni e delle varie raccolte, fino alle espressioni artistiche contemporanee del
territorio.
In particolare, Domenico Piraina, ha rimarcato che: <<Pujia, intellettualmente e filosoficamente cosciente di
un così evidente cambiamento d’epoca, intraprende il suo personale itinerario nomadico: parte dalla cultura
contemporanea e arriva all’arte primordiale e ancestrale dove trova il gesto e il segno; spazza via il superfluo,
le superfetazioni, le costruzioni razionali e si identifica con gli aspetti primari dell’agire umano: il gesto e il
segno, costituenti primari della pittura. Entrambi simboli di vita e di esistenza, rappresentano “l’essere nel
mondo”, il movimento e la sua impronta, l’esecuzione e la trascrizione della volontà e dell’idea.>>
Andrea Romoli Barberini, ha puntualizzato l’originalità del linguaggio dell’artista, partualizzando che:
“Esprimere pittoricamente il concetto di natura è per Pujia Veneziano quasi un pretesto pittorico per
cimentarsi, in una declinazione della rappresentazione complessa e personalissima che nel negare, con
l’astrazione, l’antico principio mimetico, da lui adottato fino agli anni Ottanta con il genere del paesaggio,
cerca, ormai da anni, di quella stessa natura le cause prime, fondanti, originarie e le sue segrete dinamiche
generative e vitali. La matrice informale delle sue stesure e dei suoi impasti, di variabile densità, se destinati
alla carta o alla tela, e dominati dall’infinita e sapiente scala dei grigi, è infatti sovente funzionale alla
restituzione di spazi profondi abitati da segni semplici ed enigmatici ad un tempo che rinviano a forme latenti
e simboli ancestrali. Una pittura quindi, questa di Pujia Veneziano, che si palesa come connotata da una
profonda spiritualità, sottolineata talvolta dall’uso del blu e dell’oro, e che, come nelle sue Disvelature,
sembra voler mostrare e dimostrare i segreti equilibri del caso e del caos.“
Lungo il percorso espositivo si possono ammirare opere significative, appartenenti ai diversi periodi
dell’artista: quadri su tela e carte intelate di varie dimensioni insieme ad alcune preziose ceramiche, sui temi
della NATURA e dell’attuale, quanto diffusa,sensibilità ambientale, filtrati attraverso il linguaggio dell’arte
contemporanea.
Antonio Pujia Veneziano (Monterosso Calabro VV, 1953) è artista oramai conosciuto in ambito nazionale e
dalla critica del settore, avendo maturato un prezioso curriculum espositivo. Da numerosi anni realizza
progetti improntati sull’interscambio e l’integrazione, promuovendo, altresì, eventi artistici in luoghi
socialmente aperti e tessendo un profondo legame con la cultura di appartenenza.
Tratto distintivo di tutta la sua opera è la pittura d’avanguardia, unitamente a uno sviluppo espressivo legato
all’esperienza ceramica, che da un linguaggio di matrice segnico-gestuale si è evoluta nel tempo verso una
dimensione più essenziale e minimale.
All’attività artistica, Antonio Pujia Veneziano affianca l’interesse per la didattica dell’arte e nel 2008, su
invito del MIC, Museo Internazionale delle Ceramiche di Faenza, ha preso parte in qualità di relatore alle
giornate di studio sui laboratori didattici ispirati alla metodologia di B. Munari. Nel 2015 ha curato il
laboratorio di Arte Pubblica “Conterraneo, Memoria Identitaria e Poetica dei Luoghi” realizzato nel Borgo
di Bova (RC) e per la Sezione Urbana del Museo della Lingua Greco-Calabra “Gerard Rohlfs” ha eseguito
diverse opere in ceramica. Fra queste, l’installazione “Pirgos, ceramiche parlanti”, esposta anche nella mostra
“CHAGALL, la Bibbia”, curata da Domenico Piraina nel 2021, presso il Complesso Monumentale del San
Giovanni (CZ).
Nel 1992, gli viene assegnata la Borsa di Studio per le Arti Visive (Progetto Internazionale Civitella D’Agliano,
VT), prendendo parte al simposio residenziale internazionale per artisti europei. Inoltre, tra le varie mostre
si ricordano: 13 x 17- Padiglione Italia, rassegna itinerante a cura di P. Daverio - 2007; Tornare@Itaca,
(Fondazione Mudima, Milano - 2010); 54ª Biennale di Venezia – Padiglione Italia, curata da V. Sgarbi (Villa
Zerbi, Reggio Calabria - 2011); Segni Tempo Spazio (Mostra personale antologica – Castello Ducale di
Corigliano Calabro - 2015) a cura di A. Masi; Purezza dei Segni (Mostra personale – MAON (Museo d’Arte
dell’Otto e Novecento, Rende - 2016) a cura di T. Sicoli e A. Romoli Barberini; Contributi al Novecento, da
Boccioni ai contemporanei. La collezione del MAON (Fondazione Stelline, Milano - 2018) a cura di T. Sicoli e
B. Corà; ATELIER #1 - Progetto Macro Asilo (MACRO – Museo d’Arte Contemporanea di Roma, 2019) con la
direzione artistica di G. de Finis.
Innumerevoli le opere in ceramica realizzate nell’ambito di progetti socio educativi ed eventi di arte pubblica
e partecipata. Molte sue opere sono state acquisite da importanti musei e documentate in prestigiose
collezioni pubbliche e private.
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