Un lavoro realizzato durante la sua residenza d’artista per Cosmo, che trasforma l’iconografia tradizionale in un gesto urbano di ascolto e reinterpretazione.
17 aprile 2025 15:13Dal 7 al 12 aprile, l’artista – calabrese di origine e attualmente di base a Roma – ha vissuto e attraversato il quartiere dialogando con chi lo abita. Il suo intervento pittorico, pensato per le serrande di un edificio in Piazza Tommaso Ortale, è il risultato di un processo di ascolto e osservazione, che intreccia memoria popolare, iconografia religiosa e sensibilità contemporanea.
L’opera si sviluppa accanto alla chiesa di San Gaetano, dedicata anche al culto di Santa Rita, figura centrale per la comunità del quartiere. La scelta del soggetto nasce da COSMO, con l’obiettivo di lavorare su un immaginario condiviso, legato alla spiritualità popolare e profondamente radicato nel territorio. Nel primo pannello, il volto di Santa Rita è rappresentato senza la spina sul fronte, sostituita da un paio di occhiali a forma di rosa: un elemento che sposta l’immaginario dalla sofferenza alla visione. Il ritratto è incorniciato da un Retablo peruviano, elemento votivo sudamericano che, inserito nel prospetto del palazzo, richiama sia le finestre superiori che i teatrini di marionette, suggerendo un’apertura temporanea del sacro nella quotidianità urbana, più nello specifico nella piazzetta frequentata dalla comunità. Intorno al volto, si riconoscono segni che rimandano all’universo femminile, alla vita personale della santa, ai primi tatuaggi cristiani e alla simbologia della Passione: frammenti iconografici che si mescolano in una narrazione stratificata.
La seconda serranda completa il racconto, con un'immagine che si concentra sul gesto: una mano che appare come simbolo di azione gentile, capace di trasformare e proteggere. Intorno, fiori che aggrediscono armi, evocazione di un Eden possibile, costruito su un’idea di pace attiva. L’intervento diventa così anche una riflessione sul ruolo della donna, capace di generare senso e futuro non solo attraverso la maternità, ma attraverso la parola, lo sguardo, la scelta.
“La frase che ho inserito nell’opera – and everywhere was Eden once again - fa riferimento ad un poema scritto dall’artista Judy Chicago”, spiega Cecilia Sammarco, “la sua visione di un mondo che abbracci più consapevolmente la prospettiva femminista mi rimanda alla fatica che Rita ha dovuto compiere, nel tentativo di dover convincere che nella vita si possa esser figlia, madre, moglie, suora, Santa”.
L’opera resterà visibile in Piazza Tommaso Ortale, nel quartiere San Gaetano – Massa, come parte integrante del paesaggio urbano e del patrimonio visivo condiviso dalla comunità. Un gesto pittorico che si inserisce nel tessuto del centro storico, aperto allo sguardo di chi attraversa quotidianamente la piazza, e che invita a rileggere i simboli della tradizione con occhi nuovi.
Durante la residenza è stato inoltre sviluppato un formato narrativo fisico – tra brochure, adesivi e altri oggetti – pensato per restituire e diffondere il contenuto iconografico dell’opera. Un modo per superare la classica presentazione frontale e attivare modalità di fruizione più orizzontali e partecipative, in linea con lo spirito del progetto.
Cecilia Sammarco è artista visiva e illustratrice. Nata a Cosenza nel 1989, vive e lavora a Roma. Laureata in Architettura, ha collaborato con realtà come Condé Nast, La Repubblica, Mulieris Magazine e Frac Festival, partecipando a progetti curatoriali e residenze in Italia, Colombia e Spagna. La sua pratica si concentra soprattutto su folklore e simbologia riletti in chiave contemporanea.
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