«Interrogarsi sul ruolo delle narrazioni in contesti di conflitto e migrazione come primo passo per restituire voce e dignità alle storie umane». Partono da questa riflessione gli organizzatori delle due giornate di confronto, formazione e cittadinanza promosse dai progetti SAI Ordinario Lamezia Terme “Due Soli”, SAI Minori stranieri non accompagnati Lamezia Terme “Luna Rossa” e “Terre Sorelle di Miglierina, in collaborazione con il Movimento “Umanità in Ricerca”.
Testimonial del ruolo fondamentale delle parole e dell’informazione sarà la giornalista e scrittrice italo-siriana Asmae Dachan che incontrerà, a Lamezia Terme, operatori, studenti e cittadini.
In momenti diversi e con linguaggi mirati, la presenza a Lamezia di Asmae Dachan rappresenta l’opportunità di un confronto trasversale sul tema della narrazione e dell’informazione dalle aree di guerra.
Cosa c’è tra la mediaticità e le storie di vita di chi vive il conflitto? Quanta vita è possibile raccontare per conoscere meglio le umanità che subiscono o che scappano dalle zone di guerra?
Una prima attività di formazione, prevista per il 5 maggio e riservata agli operatori dei SAI organizzatori, sarà dedicata proprio a possibili risposte a questi interrogativi, con il laboratorio guidato dalla Dachan: Il peso delle parole: la pericolosità di una tendenza narrativa mediatica sempre più lontana da un approccio imparziale.
La giornalista, accompagnata dagli operatori dei SAI, proseguirà la sua permanenza a Lamezia incontrando al mattino del 6 maggio, prima gli studenti e le studentesse del Liceo Scientifico “Galileo Galilei” e poi quelli del Polo Tecnico professionale Rambaldi - De Fazio sul tema: Diritti Umani: cosa ci insegnano la Siria e il Mediterraneo?
Aperto al pubblico, sarà invece l’evento: La Letteratura come ponte: Diritti umani tra le due sponde del Mediterraneo, previsto per le ore 17 del 6 maggio, nella sala del Chiostro di San Domenico, dove si intrecceranno il reading, tratto dalle pagine del libro Il Silenzio del Mare (edito Castelvecchi) di Asmae Dachan e il dialogo di Giuseppe Villella con l’autrice.
Il libro: Il silenzio del mare (Castelvecchi Editore)
Un romanzo che attinge alla drammatica realtà della guerra in Siria. Due fratelli, Fadi e Ryma, si uniscono al movimento pacifista che nasce segretamente nei campus universitari e che coinvolge giovani e lavoratori. Iniziano un impegno attivo per la difesa dei diritti umani, sognando che la Siria riacquisti la libertà e si affranchi dall’oppressione della dittatura.
Siamo nel 2011 e il loro sogno svanisce in breve. Scoperti e minacciati dal regime, sono costretti a fuggire dalla repressione che presto si trasforma in una feroce guerra, a cui si aggiunge l’orrore del terrorismo. Si imbarcano in Libia, alla volta dell’Italia, ma durante la traversata accade una tragedia e Fadi arriva a terra da solo. Il destino di Ryma resta avvolto dal silenzio del mare. In Italia il giovane siriano viene accolto da un pescatore e da una giovane dottoressa. I loro destini si intrecciano in modo inaspettato. Ognuno cerca nell’altro le risposte ai suoi perché, e mentre in Siria si continua a morire, un evento inatteso sconvolge la nuova vita di Fadi e dei suoi amici.
L’autrice: Asmae Dachan
Giornalista professionista e scrittrice italo-siriana, ha ricevuto nel 2016 il premio della giuria al concorso Giornalisti del Mediterraneo. L’Ordine dei Giornalisti delle Marche le assegna nel 2015 il premio «A passo di notizia» a cui è annessa la mostra Siria, tra macerie e speranza. Vincitrice del Premio Universum Donna 2013, è stata nominata a vita Ambasciatrice di Pace della University of Peace Switzerland. La sua ultima silloge si intitola Noura (2016). Nel 2009, con il romanzo Dal quaderno blu, vince il premio speciale della giuria al Concorso Letterario Internazionale Trofeo Penna d’Autore.
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