di MARIA BOETI
Ai piedi della Ruota della Fortuna, altri piedi hanno ballato la tarantella, a Polistena presso Palazzo Avati.
Ha trasportato il pubblico come in un viaggio per conoscere la cultura delle tarantelle il Maestro Alessandro Calcaramo. Sì, perché le tarantelle sono tante ed ognuna ha vibrazioni differenti.
Mentre, l'esposizione di tamburelli artigianali stavano a fare da cornice, ad introdurre la serata è stato il prof.Giovanni Laruffa come rappresentante della Libera Università Pegaso/ Mercatorum/ S. Raffaele di Roma, che citando Corrado Alvaro ha evidenziato : " [...] la civiltà contadina che scompare e di essa non c'è da piangere, ma bisogna trarre, per chi c'è nato il maggior numero di memorie, altrimenti si assiste a quei trapassi di civiltà che sono sempre sgradevoli[...] - aggiungendo fra l'altro - come il ritmo della tarantella possa essere terapeutico ".
Con certezza non può essere sostenuto nulla, tuttavia, che possa apportare benefici non è da escludere; così come non sarebbe da scartare l'idea che le vibrazioni trasmesse dalla tarantella possono stimolare alcune parte del cervello.
La serata è stata in mano al Maestro Calcaramo musicista ed insegnante di strumenti che in un colloquio con la presidente della Pro-Loco Roberta Cullari ha approfondito e curato l'argomento della tarantella fra culto religioso e tradizione popolare per fare sì che avvenga un avvicinamento dei giovani alle radici e alle antiche tradizioni calabresi.
Ha spiegato il ballo e le sue coreografie, gli strumenti con la quale la tarantella viene eseguita: tamburello, organetto, zampogna; così come della diversità delle tarantelle che variano da zona a zona ed il loro caratterisco mutamento. Ne ha illustrato la musicalità ed i tempi e quanto la tarantella sia un onore nelle tradizioni sacre, nelle processioni soprattutto quelle dedicate alla Madonna con una riferimento particolare a Quella di Polsi - l' esempio più sublime - e alla Madonna della Consolazione di Reggio. Non è mancato un accenno agli antichi e tramandati modi grecanici e alla musicalità ellenica.
Con incalzante ritmo un'ultima tarantella, dopo varie cantate dialettali e serenate, ballata dal gruppo folkoristico di Andrea Anghelone così come da alcuni presenti, ha chiuso la serata con fragore.
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