A Squillace si riscopre l’importanza del Borgo come testimone dei secoli

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  12 luglio 2020 20:33

di NICOLÒ VITO GALLELLO

Il borgo come custode dell’identità, della collettività e dello spirito di altruismo che caratterizza un popolo.

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Questo il leitmotiv del convegno “I tesori del borgo antico”, manifestazione voluta da Comune, Pro Loco di Squillace eassociazione Italia Nostra Catanzaro, tenutosi nel piazzale antistante il castello Normanno-Svevo di Squillace. Il convivio culturale è stato un interessante momento di dialogo, riflessione e confronto sul valore dei Borghi.

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In questo processo di creazione del senso è necessario che il borgo di Squillace, come tutti i borghi della regione, diventi approdo per la costruzione di rapporti stabili, formati in contesti dove alle persone sia permesso avviare uno scambio di natura culturale, linguistica e sociale dove vi è, dunque, la possibilità di preservare e far crescere il patrimonio immateriale prima di ogni cosa.  

Nel corso del convegno sono intervenuti il presidente di Italia Nostra Catanzaro, Elena Bova, il sindaco di Squillace il dott. Pasquale Muccari, il quale ha parlato dello sforzo che l’amministrazione sta compiendo per ottenere finanziamenti da spendere in un piano di lungo corso per la riqualificazione di opere pubbliche. Ha continuato il sindaco parlando della necessità di coinvolgere i giovani in un turismo di qualità: “È necessario pensare a Squillace come ad una realtà viva”.

Una vera e propria cartolina, quindi, conservata grazie ai numerosi interventi di recupero, restauro e mantenimento che si sono succeduti nel corso delle varie legislature.

La dott.ssa Chiara Raimondo, archeologa, ricercatrice e saggista, nel corso del suo intervento, ha parlato della necessità di far rientrare l’Italia nella Convenzione di Faro, dell’importanza di dare risalto a tutto il patrimonio culturale in maniera complessiva mediante il coinvolgimento e l’azione svolta dai giovani.

Il fulcro centrale del convegno è stato l’intervento della dottoressa Maria Emanuela Mascaro, del Laboratorio di BiosistemicaVegetale dell’università della Calabria, che ha relazionato sullo stato di conservazione della chiesetta gotica di Santa Maria della Pietà, di cui si fa risalire la costruzione al XIII secolo. La particolare ubicazione della chiesa ha portato allo sviluppo, al suo interno, di una grande presenza di biopatine, rendendo lo stato di conservazione della stessa non ottimale. Si tratta di una strutturadalla pianta quadrangolare. La chiesetta, gode di una certa rilevanza storica poiché lo stile gotico, non molto presente nella Regione, la rende l’unico esempio di gotico presente nella provincia di Catanzaro e tra i pochi in Calabria.

Importante, inoltre, l’intervento dell’architetto Francesco Vonella, funzionario soprintendenza ABAP di Catanzaro, che, parlando della chiesetta Gotica, ha introdotto la possibilità di un finanziamento cospicuo da utilizzare per i lavori di restauro e mantenimento della stessa.

Il resoconto dell’architetto Alessandro Mercurio, specializzato in storia e conservazione dei beni architettonici e ambientali, ha constatato - avendo studiato e messo a confronto la planimetria attuale con quelle dei secoli precedenti della cattedrale di Squillace- come queste siano esattamente sovrapponibili, deducendo, di fatto, come sia rimasta la stessa nell’arco dei secoli.  

Nel prosieguo del suo resoconto, ha parlato dell’importanza e della peculiarità delle strutture artistiche e architettoniche presenti nel comune di Squillace, della necessità di continuare gli scavi per permettere alle future generazioni di godere di tutto ciò che è ancora celato.

In conclusione, è intervenuto il presidente emerito della giunta della Regione Calabria, Guido Rhodio, il quale ha parlato del valore delle “pietre” come comunemente, in modo quasi dispregiativo, vengono identificati i ruderi del castello.

Non tutti le hanno amate, ma queste pietre dicono la vita, raccontano la storia e la cultura di questo popolo. Si tratta di una terra difficile, la quale non è, però, fatta di paletti bensì da tanti tasselli che compongono un mosaico. Proprio attraverso questo incontro si deve giungere al coinvolgimento massimo, ha concluso il Presidente: “Coinvolgere tutti perché la storia non sia la storia delle grandi cose ma quella degli uomini”.

Al termine del convegno il Presidente Rhodio e il presidente dell’associazione Italia Nostra Catanzaro, Elena Bova, sono stati omaggiati con un piatto in ceramica celebrativo offerto dal maestro ceramista Agazio Mellace.

 

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