di GABRIELE RUBINO
Atto aziendale? Secondo pronto soccorso? Recupero delle liste d'attesa? Miglioramento dell'assistenza? No, il problema principale all'Aou 'Dulbecco' di Catanzaro sembrano essere diventati l'utilizzo delle divise e la gestione delle pause. Sta facendo molto discutere la 'comunicazione' firmata dal direttore sanitario Domenico Perri e inviata, proprio oggi, al personale dei presidi Pugliese-Ciaccio e Policlinico, che si concentra su questi due aspetti, certamente importanti, ma non imprescindibili in un'azienda che ancora oggi - a quasi due anni dall'unificazione - stenta ancora a decollare. Per non parlare di alcune disposizioni che sembrano travalicare anche il buonsenso.
Andiamo con ordine. Per quanto attiene alla divisa, il direttore sanitario scrive: "Si rende pertanto, obbligatorio, per tutto il personale sanitario in servizio, indossare la divisa aziendale completa in ogni sua parte, incluse le calzature fornite dal servizio di lavanolo, durante l'intero orario di lavoro. Tale misura - viene precisato - è inderogabile. Si ricorda, altresì, che ogni dipendente è responsabile della corretta tenuta della propria divisa e di un comportamento consono durante il suo utilizzo". Sulle pause, invece, si legge che le stesse: "dovranno essere preventivamente concordate con il coordinatore o il responsabile del reparto" e di rispettare "la durata stabilita per tali pause, al fine di evitare qualsiasi disservizio".
E fin qui, in linea teorica ci potrebbe anche stare. Poi c'è una frase che ha il sapore di censura etica: "Si sottolinea, inoltre, l'importanza di mantenere un abbigliamento e un comportamento dignitoso anche al di fuori dell'orario di lavoro e quando non si indossa la divisa". Siamo quasi al livello delle forze dell'ordine. E' sicuramente la parte della missiva più contestata dal personale e che sta facendo parecchio discutere fra le corsie dei presidi di Catanzaro.
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