Assolti perché il fatto non sussiste. Questa la formula utilizzata dal Tribunale di Vibo Valentia che ha chiuso così un’inchiesta che mirava a far luce sulla nomina del direttore del Distretto sanitario unico dell’Asp. Cade così l’accusa di concorso in abuso d’ufficio (senza l’aiuto della riforma Nordio che ha di recente abrogato il reato) nei confronti dell’allora direttore generale dell’Asp di Vibo Valentia, Angela Caligiuri, 69 anni, di Savelli (Kr), e dell’allora direttore sanitario dell’Asp, Michelangelo Miceli, 70 anni, di Vibo Valentia. Con loro sono stati assolti anche i membri di una commissione esaminatrice: Salvatore Barillaro, 63 anni, originario di Marina di Gioiosa Ionica ma residente a Gallico; Sergio D’Ippolito, 72 anni, di Crotone; Davide Matalone, 49 anni, di Mileto.
Lo stesso pm, Filomena Aliberti, al termine dell’istruttoria dibattimentale, aveva chiesto l’assoluzione degli imputati con formula ampia. Al centro del processo l’affidamento dell’incarico di direttore del Distretto sanitario unico provinciale (che ha sostituito i distretti di Vibo, Serra e Tropea) a seguito dell’espletamento del bando di gara che prevedeva la selezione da parte della Commissione di una terna di candidati da proporre al direttore generale dell’Asp per la scelta del vincitore.
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