di EDOARDO CORASANITI
L'accusa è di furto aggravato di un cellulare, collane d'oro e gioielli.
I carabinieri lo indagano ad agosto del 2017 e la Procura a giugno del 2019 chiede il rinvio a giudizio. Oggi il giudice dell'udienza preliminare, Paola Ciriaco, emette la sentenza di non doversi procedere.
Finisce così la vicenda giudiziaria di B.G., un uomo di 38 anni di Catanzaro, finito nella rete della giustizia per un episodio che non lo riguarda.
Centrale per dimostrare l'estraneità ai fatti contestati è l'avvocato Maria Aiello, che ha cercato di smontare la teoria accusatoria. Per il legale, le argomentazioni sono "inquietanti, dato che proprio a fine agosto l'imputato era sottoposto alla misura della detenzione domiciliare e che, proprio nel pomeriggio di quel giorno cessava la relativa pena, derivante una sentenza definitiva".
Completamente privo di fondamentale l'impianto accusatorio tanto che B.G. dopo la conclusione delle indagini chiede l'acquisizione del filmato di videosorveglianza del vicinato dell'abitazione delle persone che hanno subito il furto.
L’ imputato non ha mai intrattenuto alcun rapporto personale con le persone offese e non conosce i luoghi dove si è consumata la sottrazione del cellulare e dei gioielli: "Non sussiste alcun dato oggettivo che, sia pure sul piano indiziario, consenta di ritenere l’imputato colpevole ed esecutore del furto aggravato in abitazione, né, lo stesso risulta essere stato sottoposto a perquisizione locale positiva, riguardo i gioielli asportati", aggiunge l'avvocato Aiello nella sua memoria difensiva prima dell'udienza preliminare. E che oggi dichiara la parola fine ad una vicenda che ha tenuto in apprensione un uomo di 38 anni per quasi 24 mesi.
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