di BRUNO GUALTIERI*
In Calabria, parlare di gestione idrica significa affrontare una questione annosa, le cui radici affondano in decenni di ritardi, inefficienze e scelte mancate. Impianti obsoleti, carenze infrastrutturali, governance frammentata e, troppo spesso, una visione miope e discontinua. Il risultato? Una lunga serie di infrazioni europee, sanzioni pesanti e un servizio che non riesce a soddisfare adeguatamente i bisogni dei cittadini e del territorio.
Eppure, in questo scenario complesso, si intravede un segnale di speranza. È il progetto CeWS – Circular Engineering for Wastewater System, promosso da Sorical S.p.A. e sostenuto da Arrical, l’Autorità incaricata della riorganizzazione del sistema idrico regionale. Si tratta di un’iniziativa ambiziosa e lungimirante, mirata a migliorare la gestione delle acque reflue nei Comuni costieri calabresi, da sempre penalizzati da inefficienze croniche e continue infrazioni ambientali.
Il progetto, ufficialmente trasmesso da Sorical in data 22 gennaio 2025, propone interventi di ingegnerizzazione dei sistemi depurativo-fognari da candidare a finanziamento sulle linee di programmazione nazionali e comunitarie. L’obiettivo è chiaro: ripensare radicalmente il sistema fognario e depurativo adottando i principi dell’economia circolare, trasformando gli impianti da meri strumenti di smaltimento a veri poli di recupero e valorizzazione delle risorse. Un cambio di paradigma, in perfetta coerenza con il Piano d’Ambito regionale e con le strategie ambientali europee.
Tuttavia, per quanto promettente, il progetto è ancora in fase embrionale. E il tempo, come spesso accade, non gioca a favore della Calabria. Mentre si costruisce il futuro, l’urgenza del presente impone azioni concrete e immediate. Gli impianti realizzati in emergenza già nei primi anni 2000, molti dei quali dotati di trattamenti terziari per la rimozione di patogeni tramite clorazione o raggi UV, oggi risultano trascurati, vittime dell’inerzia istituzionale e della mancanza di continuità nella gestione.
Nel frattempo, le infrazioni comunitarie continuano ad accumularsi, trasformandosi in sanzioni che gravano sui bilanci pubblici e, inevitabilmente, sulle tasche dei cittadini calabresi.
È il momento di agire. Subito.
Servono interventi mirati, modulari e a breve termine, capaci di generare impatti concreti e tangibili:
Miglioramento del servizio idrico per la popolazione
Uscita progressiva dalle infrazioni comunitarie
Riduzione dell’inquinamento nei mari e nei corsi d’acqua
Riutilizzo delle acque depurate, risorsa strategica nei sempre più frequenti periodi di siccità
Ma la vera questione da affrontare, su cui l’Assemblea dell’Autorità Idrica della Calabria è chiamata a riflettere con urgenza, è: quale modello adottare per garantire finalmente un Servizio Idrico Integrato stabile, efficiente e duraturo?
Per molti, la risposta sembra essere Sorical. Tuttavia, è bene ricordare che la società è ancora in fase di consolidamento e richiederà tempo, risorse e una governance solida per diventare pienamente operativa. Nel frattempo, si rischia di restare impantanati in un sistema fatto di interventi minimi e discontinui, mentre le esigenze del territorio e dei cittadini continuano ad aumentare.
L’esempio della Campania, dove sono serviti oltre vent’anni per stabilizzare il sistema GORI, dovrebbe rappresentare un monito chiaro. La Calabria non può permettersi tempi simili.
Servono coraggio, visione e responsabilità.
La nostra regione ha diritto a risposte rapide, concrete e durature. Perché l’acqua è vita, ma in Calabria, purtroppo, è ancora sinonimo di emergenza.
*Già Commissario Straordinario dell’Autorità Rifiuti e Risorse Idriche della Calabria
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