Addio a Francesco Iembo, il finto burbero dal cuore grande che tanto amava il "suo" convitto Galluppi

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images Addio a Francesco Iembo, il finto burbero dal cuore grande che tanto amava il "suo" convitto Galluppi
Francesco Iembo
  27 ottobre 2020 11:10

di STEFANIA PAPALEO

"Attenti, attenti.. c'è Francesco Iembo!". E tutti a scappare a gambe levate per rimettersi in riga. Perchè era lui il vero occhio sugli studenti. Lui, Francesco Iembo, vice rettore del convitto "P. Galluppi" di Catanzaro, che, a soli 50 anni, ieri pomeriggio si è accasciato ed è morto proprio tra i corridoi della scuola che tanto amava.

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Sembra ancora di vederlo fermo davanti al portone a parlare con i genitori degli alunni che seguiva il pomeriggio. "Siete voi mamme la rovina di questa scuola", ripeteva di continuo con la faccia da finto burbero che, subito dopo, si scioglieva in un caldo sorriso. Perchè Francesco era proprio così, un finto burbero dal cuore grande. "Vieni che ti faccio un massaggio...", diceva ai ragazzi, con il sorrisino sadico, prima di stringergli le mani sulle spalle e dargli una pacca sul "cozzetto". Poi, tutti a ridere, insieme al loro educatore tanto amato e temuto.

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E le Convittiadi? Lui era il responsabile per il "Galluppi" di questa importante competizione sportiva e culturale che coinvolge i Convitti di tutta Italia. Ogni anno partiva con gli studenti alla volta della meta prestabilita. E quando all'orizzonte spuntava l'ipotesi di sospenderle, difendeva con le unghie e con i denti il progetto in cui tanto credeva. Al suo fianco studenti e genitori pronti a sostenere la sua battaglia. Studenti e genitori che adesso non hanno più lacrime per sfogare il dolore di una perdita così grande.

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Francesco Iembo non c'è più. Lo piangono gli amici, i colleghi, i suoi alunni, ma soprattutto la famiglia, la sua adorata mamma, il fratello Alfredo, la moglie e le tre splendide figlie che ha seguito costantemente nella crescita. Il suo sorriso, però, non si spegnerà mai negli occhi di chi lo ha conosciuto e amato per la sua bontà e grande disponibilità verso tutto ciò che ruotava intorno al Convitto, a quella che considerava una seconda famiglia. 

Ciao Francesco, noi ti ricorderemo sempre così.

 

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