"Ho un dolore profondo, lacerante per la scomparsa di Franco Marini. Un ricordo vivo di un sodalizio che si stabilì fra noi al Congresso nazionale del Ppi del luglio del 1994". Lo afferma, in una nota, l'ex parlamentare Mario Tassone.
"Con Buttiglione eletto segretario nazionale, Franco dirigente organizzativo e io capo della segreteria politica - aggiunge Tassone - operammo con grande lealtà in un momento difficile. Franco era diretto, agiva con chiarezza senza cedere alle insane pratiche delle imboscate. Franco fu vittima proprio delle imboscate dei soliti 'specialisti' quando si candidò a Presidente della Repubblica. Fu determinato quando si scontrò in un memorabile congresso della DC con Ciriaco De Mita. De Mita fu eletto segretario nazionale, ma il ruolo di Franco Marini fu il dato nuovo di quell'Assise che avrebbe prodotto effetti positivi. Dopo la scissione del Ppi nell'aprile del 1995, pur da posizioni diverse (Franco era andato con Bianco e io con Buttiglione), operammo per mitigare i guasti di una divisione traumatica. Raggiungemmo un'intesa: a Buttiglione fu attribuito il simbolo dello scudo crociato, mentre a Bianco il logo del Ppi. Franco Marini rimase fino all'ultimo un sindacalista, generoso dai grandi slanci. Forse è stato uno degli ultimi segretari Cisl che ha operato con il cuore senza cadere al burocraticismo grigio, incolore privo di slanci".
"Con Franco - conclude l'ex parlamentare - se ne va un amico ricco di umanità, di capacità e di passione: un grande vuoto nell'incomunicabilità di oggi",
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