Aggressioni al personale al carcere di Catanzaro, i sindacati di Polizia Penitenziaria chiedono interventi immediati

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  19 agosto 2025 08:30

di FRANCESCO IULIANO

Un intervento immediato degli uffici superiori e del Ministero della Giustizia. Rinforzi urgenti, misure straordinarie per la gestione dei detenuti facinorosi, trasferimenti tempestivi e strumenti idonei per tutelare chi, ogni giorno, si trova in prima linea a garantire la legalità”. 

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E’ quanto chiedono i vertici provinciali dell’Uspp (l’Unione sindacati della Polizia penitenziaria) dopo i gravi episodi accaduti negli ultimi giorni all’interno dell’Istituto carcerario ‘Ugo Caridi’ di Catanzaro.  

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”L’Unione Sindacati di Polizia Penitenziaria (USPP) - si legge in una nota - esprime massima vicinanza e solidarietà ai colleghi della Casa circondariale di Catanzaro, costretti ad operare ogni giorno in condizioni di estrema difficoltà. Gli ultimi episodi verificatisi nell’Istituto dimostrano, ancora una volta, quanto il personale sia lasciato solo ed abbandonato a fronteggiare situazioni che mettono a serio rischio la sicurezza e l’ordine interno.

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Solo nell’ultima settimana si sono registrati tre gravi eventi: durante una perquisizione ordinaria, alcuni detenuti hanno impedito al personale di operare, arrivando a minacciarli di morte con pezzi di legno ricavati dai piedi di un tavolo; sabato scorso, un detenuto già noto per comportamenti violenti, ha rinchiuso un agente nella chiostra del reparto, minacciando di colpirlo con una branda. Soggetto che già in passato aveva persino rivolto minacce di morte al direttore dell’Istituto; nella giornata di ieri (domenica), infine, un altro detenuto è riuscito a salire sul tetto, in situazione di pericolo. Evento che si è risolto solo grazie al pronto e coraggioso intervento del personale della Polizia penitenziaria.

Questi episodi - prosegue la nota -, sono la prova evidente di un contesto divenuto ormai insostenibile. Il personale è esausto, abbattuto, non stimolato, costretto a turni massacranti sotto il ‘piano ferie’ e con organici ridotti all’osso. Non si può continuare a garantire l’ordine e la sicurezza, lasciando i reparti senza adeguata copertura e mantenendo in Istituto detenuti che hanno più volte compromesso la sicurezza con minacce e violenze, senza alcun trasferimento”.

Analoga segnalazione di denuncia è arrivata anche dalla segreteria del Sappe (il Sindacato autonomo di Polizia penitenziaria) che ha segnato l’aggressione di un detenuto, con disagio psichiatrico ”che ha aggredito un agente di Polizia penitenziaria - riporta la nota del segretario generale aggiunto Sappe Giovanni Battista Durante e del segretario regionale, Francesco Ciccone - minacciandolo con una spranga di ferro e, successivamente rinchiudendolo nell’ingresso sezione. Nella serata precedente - prosegue la nota - si riferisce di una telefonata ad un numero di emergenza (ad altra forza di polizia), per chiedere un loro intervento all’interno dell’Istituto. Episodio che sembrerebbe essersi già verificato, tempo addietro, in un altro Istituto della Calabria. Se così fosse, è del tutto evidente che si tratta di gesti inammissibili. Nella Casa circondariale di Catanzaro continuano a permanere detenuti con problemi psichiatrici che dovrebbero essere curati in altre strutture più idonee. Anche la Corte costituzionale, con una sentenza del gennaio 2022, ha disposto che in carcere, questi soggetti,  non possono essere curati in maniera adeguata e creano solo problemi di sicurezza per loro, per gli altri detenuti e per chi ci lavora. La Corte, a questo proposito, ha invitato il Parlamento italiano a legiferare in tal senso, cambiando la legge di chiusura degli ospedali psichiatrici giudiziari. Ma ad oggi nulla è stato fatto. Nell’attesa di risposte adeguate e nella richiesta di un incontro con il Prefetto di Catanzaro, questa organizzazione sindacale chiede l’immediato trasferimento del detenuto in altro Istituto”.

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