di ANTONIO ARGENTIERI PIUMA
“Dovevo essere altrove ma ci tenevo ad essere qui perchè quello che è successo di recente mi ha colpito enormemente. Il tema della sicurezza va affrontato con grande determinazione”.
Ad affermarlo è Vincenzo La Regina, Commissario della Aou “Dulbecco”, nel corso dell’incontro organizzato da Ammi (Associazione moglie medici italiani) di Catanzaro e svolto nel primo pomeriggio presso Sala del Tricolore della Prefettura del capoluogo, nel ricordo di Barbara Capovani, la psichiatra uccisa da un ex paziente a Pisa lo scorso 23 aprile alla fine di un turno di lavoro.
Anche gli operatori sanitari – aggiunge - vanno sensibilizzati su come possono essere maggiormente tutelati. C’è un problema della tutela del personale sanitario non solo dal punto di vista repressivo ma anche sul piano culturale nei confronti di chi ha salvato tante vite durante la pandemia”.
L’incontro è stato moderato dalla giornalista Eugenia Ferragina che ha previsto i saluti del prefetto di Catanzaro, Enrico Ricci.
“Le aggressioni al personale sanitario sono una realtà nazionale e internazionale – sostiene dal canto suo, Peppino Masciari, direttore del Dipartimento Emergenza - Urgenza dell’Azienda Dulbecco - presidio Pugliese - . Qui da noi il problema è più accentuato a causa del sovraffollamento perché sia i pazienti che i familiari sono costretti ad aspettare diverse ore prima di ricevere prestazioni sanitarie. Fortunatamente la gran parte delle aggressioni sono verbali e non fisiche”.
Poi spiega: “Il sovraffollamento ha molte cause e la popolazione che invecchia sempre più chiede sempre più ricoveri. Nei dipartimenti d’emergenza non vuole lavorare più nessuno e la burocrazia eccessiva. Il triage che seleziona l’accesso dei pazienti alla visita è quello che subisce più violenza.
Mentre, Vittoria Palazzo, dirigente psichiatra Azienda “Dulbecco”- Presidio Pugliese dichiara: “La dottoressa uccisa un mese fa lavorava in un servizio psichiatrico di diagnosi e cura ma è logico che i problemi sono tanti. Ci troviamo a gestire pazienti gravi senza che essi ne siano consapevoli. Il paziente psichiatrico non ha consapevolezza di malattia. E’ ovvio che i conflitti sono quasi naturali. Perché dobbiamo provare progetto terapeutico anche di supporto a lui e alla sua famiglia. La legge Basaglia vige da oltre 40 anni ma va rivista alla luce dei cambiamenti. Deve essere migliorata e potenziato l’aspetto territoriale riabilitativo che in Calabria è molto indietro”.
E’ intervenuta anche la presidente di Ammi Catanzaro, Silvana Aiello Bertucci.
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