Al Cpr di Milano rivolta dei migranti. Fsp Polizia: “Solito copione, medesimi rischi"

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Valter Mazzetti, segretario Generale dell’Fsp Polizia di Stato

Per Mazzetti "Le vuote parole di finta stima che non vadano di pari passo con provvedimenti minimi per far fronte a questo caos noi le rispediamo tutte al mittente. In quei centri, a rischiare la vita, ci sono i nostri poliziotti, non burocrati, politici e alti papaveri che si trastullano a premere bottoni nelle stanze di Roma e a rilasciare le solite tre righe di solidarietà ciclostilate in cui cambia solo il nome della località dove è scoppiato l’ennesimo finimondo". Sulla base di queste ragioni domani Fps scenderà in piazza a Roma insieme a tutti i comparti sicurezza difesa e soccorso pubblico.

  13 ottobre 2020 10:34

“Ieri pomeriggio a Milano ennesima rivolta dei migranti, stavolta per il rifiuto delle espulsioni. E’ stato il solito copione, e i medesimi pericoli in cui tutti si sono venuti a trovare, soprattutto i poliziotti impegnati presso la struttura. Il centro è stato devastato e la protesta degli ospiti sul tetto ha destato forti preoccupazioni". Così Valter Mazzetti, Segretario Generale Fsp Polizia di Stato, dopo la rivolta di ieri al Cpr di via Corelli, a Milano, dove i migranti hanno protestando sfasciando tutto e salendo sul tetto della struttura.

"Ancora una volta tutto poteva finire in tragedia, - prosegue Mazzetti - sarebbe bastato che uno dei migranti fosse caduto nel vuoto, o che uno degli agenti fosse rimasto colpito in maniera letale da uno degli oggetti usati per offendere e saremmo qui a raccogliere ettolitri di lacrime di coccodrillo e finta pietà. La situazione presso i centri per immigrati di mezza Italia è fuori controllo, ancorché le autorità, a partire dal ministro Lamorgese, insistano a complimentarsi con le forze dell’ordine per quanto stanno facendo in tema di immigrazione e di emergenza Covid".

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"Le vuote parole di finta stima che non vadano di pari passo con provvedimenti minimi per far fronte a questo caos noi le rispediamo tutte al mittente. In quei centri, a rischiare la vita, ci sono i nostri poliziotti, non burocrati, politici e alti papaveri che si trastullano a premere bottoni nelle stanze di Roma e a rilasciare le solite tre righe di solidarietà ciclostilate in cui cambia solo il nome della località dove è scoppiato l’ennesimo finimondo. Anche e soprattutto questi saranno i temi che - conclude - domani porteremo in piazza del Popolo, a Roma, alla manifestazione nazionale che avrà inizio alle 10 insieme a tutti i colleghi del Comparto Sicurezza, Difesa e Soccorso pubblico”.

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