





Nel Teatro Comunale, l’attore napoletano ha dato voce all’anima fragile di Antonio De Curtis, tra poesia, solitudine e musica dal vivo di Daniele Bonaviri, in uno degli appuntamenti più intensi della stagione teatrale 2025/2026 di AMA Calabria.
06 novembre 2025 23:38di GUGLIELMO SCOPELLITI
Questa sera, sul palco del Teatro Comunale di Catanzaro, Alessandro Preziosi ha riportato in vita l’anima più intima di Antonio De Curtis, in uno spettacolo che non è soltanto un omaggio al genio comico di Totò, ma un viaggio nella sua solitudine, nella sua poesia e nelle fragilità di un uomo che ha imparato a convivere con la propria maschera. La chitarra dal vivo di Daniele Bonaviri ha avvolto il racconto in un’atmosfera sospesa e intima, accompagnando la voce di Alessandro Preziosi con una delicatezza capace di amplificarne la forza emotiva.
“Non ho mai conosciuto il sapore di una bella risata”, pronuncia Preziosi nella penombra, aprendo la scena con un monologo che sembra un respiro trattenuto per anni. Totò che parla alla luna, che ama la notte più del giorno, che trova pace solo nell’ombra: l’interpretazione di Preziosi restituisce un’umanità che va oltre la comicità, un uomo che osserva il mondo da lontano e si riconosce nella calma, nella poesia delle piccole cose, nella malinconia dei silenzi.
Poi il racconto delle donne, amate senza gelosia, vissute come presenze vitali ma mai possedute. “Le amavo tanto da non essere geloso”, dice, quasi a confessare la distanza tra il sentimento e la scena, tra la verità e la sua rappresentazione. Totò, come lo racconta Preziosi, non è la maschera che la gente ricorda, ma un uomo che ha attraversato la miseria, la superstizione, la paura dell’invecchiare, e la consapevolezza di essere diventato leggenda senza averlo mai cercato.
Nel momento in cui anticipa Malafemmena, il tono si fa più grave, più confidenziale. L’attore restituisce un Totò disilluso, che si interroga sulla felicità come un miraggio: “La felicità è fatta di attimi di dimenticarsi”, dice, e la platea ascolta in un silenzio quasi religioso. È il cuore dello spettacolo, dove la poesia si intreccia al dolore, e la leggerezza del comico lascia spazio alla verità di un uomo ferito ma ancora capace di amare.
“Io odiavo la mia maschera, che era una parte della mia anima”, confessa nel monologo finale, quello che chiude lo spettacolo come una resa e una rinascita insieme. Preziosi accompagna queste parole con un tono dolce e stanco, come chi si libera da un peso antico. In quel momento Totò non è più Totò, ma Antonio De Curtis che finalmente si guarda allo specchio, e vede se stesso.
Il pubblico del Teatro Comunale ha salutato con un lungo applauso la performance di Alessandro Preziosi e del chitarrista Daniele Bonaviri.
L’appuntamento, inserito nella Stagione Teatrale 2025/2026 di AMA Calabria sotto la direzione artistica di Francescantonio Pollice, ha confermato la capacità della rassegna di coniugare arte e emozione, portando sul palcoscenico un racconto capace di parlare al cuore, oltre il tempo e oltre la maschera.
Segui La Nuova Calabria sui social

Testata giornalistica registrata presso il tribunale di Catanzaro n. 4 del Registro Stampa del 05/07/2019
Direttore responsabile: Enzo Cosentino
Direttore editoriale: Stefania Papaleo
Redazione centrale: Vico dell'Onda 5
88100 Catanzaro (CZ)
LaNuovaCalabria | P.Iva 03698240797
Service Provider Sirinfo Srl
Contattaci: redazione@lanuovacalabria.it
Tel. 3508267797