PUBBLIREDAZIONALE

Alla scoperta del magico mondo dei Vancali di Tiriolo di Desiree Zinnà e Antonio Mazzei

Share on Facebook
Share on Twitter
Share on whatsapp
images Alla scoperta del magico mondo dei Vancali di Tiriolo di  Desiree Zinnà e Antonio Mazzei

Da poco sono partners attivi nel concorso “Miss Principessa d’Europa” in Calabria

  05 marzo 2023 19:55

Il “.Vancale” di Tiriolo! Magari tutti sappiamo cos’è, ma, in queste poche righe cercherò di trasportarvi in questo mondo magico, che è profuso di tradizione. L’azienda “VANCALI”, ubicata in Tiriolo di DESIREE ZINNA’ ci racconta, incantandoci, di questo oggetto.

Antonio Mazzei e Claudia Vega

Banner

Il Vancale non è uno scialle, né una stola o una sciarpa, ma è un capospalla, chiamato così per caratteristiche di tessitura, motivi e dimensioni. Storicamente andiamo a scoprire l’origine del vancale: Il 22 gennaio 1458 Actanasium Chalkèopulos ( Atanasio Calceopulo) giunto a Tiriolo in visita al monastero basiliano di Sant’Angelo e di Santa Maria, descrive, tra i beni rinvenuti, “riglieri unum”, bancali quactru con il sostantivo “bancale”, divenuto poi “vancale”.

Banner

Banner

Ma cos’è il vancale? Immaginiamo un largo scialle rettangolare di stoffa colorata e tessuta su telaio a mano a strisce regolari, talvolta assai ricco, destinato a coprire la testa e le spalle delle donne, nel costume tradizionale di alcune regioni dell’Italia meridionale. Componente essenziale del costume della pacchiana, esso aveva più funzioni: Innazitutto fungeva da coprispalla, se non addirittura da cappotto, infatti nei mesi freddi esso era di lana pesante, tessuto con filo doppio, poi aveva una funzione prettamente pratica, cioè avvolgere i bambini per tenerli legati sulla schiena della mamma, in ultimo una funzione prettamente estetica, infatti una donna contava diversi vancali, più o meno ricchi, da utilizzare nei giorni di festa o durante una ricorrenza. I colori utilizzati, invece, avevano anche natura simbolica: il vancale tutto nero era per il lutto, quelli utilizzati per i matrimoni o per le feste avevano colori molto vivaci e solitamente più linee colorate, durante il risorgimento e fino a dopo la seconda guerra mondiale molti vancali antichi presentavano il tricolore italiano in trama. L’oro e l’argento tra le righe erano il simbolo di maggior ricchezza.

Filomena Tarantino miss Vancali e il titolare dell'azienda Antonio Mazzei  

La tessitura del vancale, poi, unita al lavoro di ricamo era anche la preparazione per il debutto in società, se così possiamo definirlo, della giovane pacchiana, che tesseva il suo primo vancale, o se lo faceva tessere, per uscire ufficialmente all’età di 14 anni. Un vero e proprio rituale, cioè uscire la prima domenica utile dopo il compleanno o durante la festa patronale con il vestito di pacchiana, pronta per l’epoca per essere presentata ufficialmente in pubblico e agli eventuali pretendenti.

Chanel Giampá finalista nazionale 2023

DESIREE ZINNA’ e ANTONIO MAZZEI ci raccontano per filo e per segno del metodo di produzione, spiegandoci che la tessitrice intreccia la trama sull’ordito, facendo passare la spola di filo nero, alloggiata nella navetta, nella bocca dell’ordito (passo), che si apre e si chiude grazie al movimento dei pedali. Prima con un braccio, poi con l’altro, spinge avanti e indietro il pettine, schiacciando il filo appena inserito sul tessuto. L’artigiana esegue gesti coordinati dei piedi e delle braccia; con movimenti alternati preme i piedi sui pedali di legno, che sono collegati ai 4 licci tramite corde intrecciate. Ripete sempre gli stessi movimenti: dopo ogni passaggio della navetta nella bocca d’ordito, chiude il pettine. Prosegue il lavoro utilizzando prima una spola di filo rosso e poi giallo. Crea in questo modo un tessuto nero con strisce colorate che si avvolge sul subbio. E’ come un rito, che incanta l’occhio di chi entra nel loro laboratorio.

Kristal Berlingieri miss principessa d'Europa Calabria 2022

Il materiale del vancale di loro produzione è la seta pura e il cashmere di pregio in una tavolozza di colori stupendi degna del Van Gogh. I filati selezionati rigorosamente, sono naturali, tinti in modo naturale e godono del certificato STANDARD 100 by OEKO-TEK, un sistema di controllo e certificazione internazionale per le materie prime, i semilavorati e i prodotti finiti del settore tessile ad ogni livello di lavorazione. Pezzi unici, sempre e soltanto, perché nulla può essere riprodotto. Opere uniche che l’arte della tessitura offre a chi accoglie l’invito e intraprende il viaggio, avvolto da un forte senso poetico, nostalgico ed elegante, che riporta al necessario dialogo tra l’individuo e il desiderio di ritrovarsi nella radice della storia.

Desirée Larosa finalista nazionale 2023

Nonostante giovanissimi DESIREE ZINNA’ e ANTONIO MAZZEI fanno da esempio a tanti giovani calabresi che hanno lasciato questa terra maledettamente difficile da vivere che è la Calabria, riuscendo a riportare a galla sapori antichi e riuscendo perfettamente, e in  poco tempo, ad affermarsi, calcando numerose passerelle in Italia e, tra poco, anche all’estero.

Desirée Iervasi finalista nazionale 2023

Da poco sono partners attivi nel concorso “Miss Principessa d’Europa” in Calabria e, tra poco, anche in Sicilia, dove hanno vestito le miss, grazie alla dottoressa CONNY SEVERINI, che è amante del bello, talent scout del concorso per la Calabria e per la Sicilia.

Conny Severini talent scout del concorso "Miss Principessa D'Europa" per la Calabria e per la Sicilia

Vi invitiamo, pertanto, a visitare il laboratorio “VANCALI” ubicato in Tiriolo su VIALE MAZZINI  36/38. Potrete pure online accedere, per godere di queste meraviglie di loro produzione, collegandovi al sito www.vancali.it

Silvia Felicetta miss principessa d'Europa Calabria 2021

Morena Ferragina "Miss Principessa d'Europa diamond" 2022

Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner