Allacci idrici abusivi a Catanzaro. "E' un marasma": i documenti comunali sepolti da anni

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images Allacci idrici abusivi a Catanzaro. "E' un marasma": i documenti comunali sepolti da anni

  03 luglio 2021 17:09

di GABRIELE RUBINO

Una settimana fa il Comune di Catanzaro si è mosso nella direzione di costituire una task force per contrastare l'annoso fenomeno degli allacci abusivi che, almeno in parte, causano le carenze idriche in alcuni quartieri della città. L'idea, tuttavia, non è nuovissima. Già nel 2012 l'amministrazione municipale, sempre a guida Sergio Abramo, aveva formalmente istituito un gruppo di lavoro "per il recupero delle entrate derivanti dai consumi idrici". Il tutto fu formalizzato con una delibera della Giunta comunale del 25 luglio di nove anni fa, a cui a stretto giro seguì la delega che il sindaco conferì a Giampaolo Mungo. Prima di assumere l'incarico di assessore allo Sport, infatti, Mungo diventò il coordinatore del gruppo di lavoro al cui interno figuravano i dirigenti dei settori interessati, personale tecnico e della Catanzaro servizi. 

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LA RELAZIONE CHOC DEI SERVIZI FINANZIARI SULLE MANCATE ENTRATE- Si partiva da una situazione disastrata 'cristallizzata' in una relazione del 2010 dei Servizi Finanziari. Analizzando la questione negli anni antecedenti (fino al 2005, giusto per capire da quanto esiste la percezione del problema) si parlava già di gravi "disfunzioni". Giusto per dare qualche numero, l'ufficio finanziario stimava in 600 mila euro il minor gettito riferito all'anno 2007 e in 456 mila riferito all'anno 2006. Il fenomeno degli allacci abusivi (nell'anno 2009) era stimato in almeno 300, "fra cui anche di interi stabili, ditte costruttrici e attività commerciali", per non parlare della sostituzione dei contatori definito nella relazione tecnica "un marasma". Allargando il discorso, nel 2012, il Comune erogava circa 19 milioni e 500 mila mc di acqua, tuttavia l'ammontare di quanto registrato dai contatori non superava i 7,7 milioni di mc. La dispersione idrica era stimata al 40% e poi 500 mila mc sono stabili ad uso comunale, detratti questi restavano in teoria 11,5 milioni di mc fatturabili ma non tutti fatturati perché appunto ci si fermava a 7,7 milioni di mc. Numeri che delineavano chiaramente le due grandi spine: l'evasione e la dispersione idrica. 

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L'ATTIVITA' DEL GRUPPO DI LAVORO- Questa era la situazione di partenza. Il gruppo di lavoro, coordinato da Giampaolo Mungo, si è dato da fare per censire e scoprire le principali anomalie. Dal budget di 10 mila euro assegnato, si spesero circa 4 mila euro. Decine e decine furono i sopralluoghi con tanto di foto nelle aree più 'sospette' (come Barone, Giovino, Corvo, e non furono tralasciate anche altre zone) con cui erano documentati presunti allacci abusivi o gravi dispersioni idriche. Fu anche fatto un resoconto sulle ditte che in quel momento erano alle prese con qualche appalto, visto teoricamente si dovrebbe provvedere in questi casi all'uso della cosiddetta 'acqua di cantiere'. Furono coinvolti i condomini per regolarizzare e uniformare alcune posizioni. Ogni anomalia fu segnalata agli uffici preposti. Si tentò di rilevare il fenomeno degli 'sdoppiamenti dei contatori generali' attraverso la verifica delle utenze sotto misura. Fu prodotto anche uno studio di fattibilità con cui definire 'la verifica tecnica sullo stato degli allacci' e la 'verifica sull'esecuzione delle diffide ad adempiere'. L'attività del gruppo di lavoro durò all'incirca un semestre e nel novembre del 2012, Mungo consegnò la relazione finale con l'intero operato del gruppo di lavoro. A distanza di nove anni si torna a parlare di task force per combattere gli allacci abusivi. Evidentemente non si sono fatti grandi passi in avanti nonostante la mole di documenti prodotti. Almeno di potrebbe partire da lì.

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