Allo scrittore Catanzarese Vincenzo Ursini il premio “Alessandro Peluso”

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  30 ottobre 2024 11:01

Dopo aver vinto negli ultimi mesi il 3° premio al concorso internazionale “Castrovillari, Città di Cultura”, con il romanzo inedito “La Ritornanza” e il premio “Diadora” alla carriera di Rende lo scrittore catanzarese Vincenzo Ursini, - noto anche per essere il fondatore e presidente dell’Accademia dei Bronzi e del punto d’incontro culturale “La Ritornanza” di Petrizzi - con la lirica “Conosco un uomo”, ha vinto ora, a Cosenza, il premio “Alessandro Peluso”, istituito nell’ambito del premio intitolato al Senatore Umile Francesco Peluso la cui premiazione si è conclusa ieri sera nei locali della Galleria “Le Muse”, alla presenza di autorevoli esponenti del mondo culturale cosentino. “Un premio – è stato sottolineato dai vari relatori - che celebra la bellezza della poesia e il ricordo di un illustre cosentino, nato a Luzzi il 29 ottobre 1915 e deceduto a Paola il 2 marzo 2013, docente di Lettere e Storia presso il Liceo Telesio di Cosenza dove fu “maestro” ed esempio per generazioni di professionisti ed intellettuali”.

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“Il componimento poetico di Vincenzo Ursini – ha detto la professoressa Maria Virginia Basile, membro di giuria – si muove agile nella costruzione di significati che parlano al lettore attento, inondandolo di ricordi, quelli che necessariamente fanno parte dell’Uomo, legati al tempo che è trascorso, ma anche al tempo che verrà e che apporterà speranza e valori. La nuda verità del dolore accompagna l’uomo che si aggrappa alla speranza, alla necessità di sostenere l’innocente, il quale rappresenta chi si affaccia all’esistenza, e al contempo il suo sguardo si posa dolcemente sulle “nuove gemme” che richiamano il sogno della vita. L’ultima strofa della lirica, racchiude l’invocazione di pace in un atteggiamento di preghiera, atteggiamento che, negli ultimi anni della maturità, accompagnò costantemente anche Alessandro Peluso in un totale, intimo, sincero anelito verso l’Eterno”.

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A fare gli onori di casa la dinamica Myriam Peluso, figlia del Senatore e ideatrice del premio con il quale ha inteso onorare e rinnovare l’affetto di molti parenti e tanti amici che, nel corso degli anni, lo avevano conosciuto e apprezzato non solo per la sua lunga militanza politica nel Partito Comunista, ma soprattutto come docente. Myriam ha, altresì voluto ricordare i fratelli Wladimiro e Alessandro, istituendo due sezioni speciali, una delle quali vinta quest’anno da Vincenzo Ursini.

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Tema di questa nona edizione del premio è stato “L’uomo, la macchina”, un argomento molto discusso che ha comunque stimolato positivamente i poeti partecipanti.

La giuria, (presieduta dalla professoressa Ada Tucci e dall’on.le Massimo Veltri, per la sezione in lingua, e dal poeta Ciccio De Rose, per il vernacolo, e composta da Maria Virginia Basile, ALberico Guarnieri, Maria Lucente, Maria Cristina Parise, Maria Gabriella Sicilia, Ada Tucci, Massimo Veltri, Sonia Vivona e Maria Rosaria Vuono) ha inoltre assegnato a Umberto Donato Di Pietro la targa “Wladimiro Peluso” per la lirica “Nipoti”, mentre il premio “Umile Francesco Peluso – Calabria Enotria” è stato assegnato, nell’ordine, a Pasquale Addisi per la lirica “Eccomi qua”, Annalisa Paradiso per “Solitudine on-line”, Stefano Giuseppe Scarcella per “Null’altro se non questo cuore” ex aequo con Alessandro Sicilia, per “Le anime”.

Le motivazioni critiche sono state lette dalla poetessa Sonia Vivona, mente Maria Emilia Cuzzilla ha letto le opere premiate.

Il premio era stato presentato lo scorso 11 ottobre a Roma nella Sala “Caduti di Nassirya” del Senato, alla presenza di autorevoli rappresentanti del mondo politico-culturale calabrese, tra i quali il sen. Fausto Orsomarso, il prof. Antonio D’Elia (presidente dell’Accademia Cosentina e presidente onorario del premio Peluso), l’on. Giuseppe Soriero, Myriam Peluso, Anna Blefari Melazzi (già Ambasciatore d’Italia), l’on. Massimo Veltri e Rosario Sproviero (ex Direttore del Museo dei Dioscuri al Quirinale).

Un bel premio, insomma, che, in futuro, potrebbe diventare anche itinerante, come ha fatto intendere, nel suo intervento di saluto, la direttrice della galleria “Le Muse”.

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