AMA Calabria, tutto pronto per “Totò oltre la maschera”: l’intervista ad Alessandro Preziosi

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Totò rivive in un recital che scava oltre l’ironia e restituisce l’uomo dietro il mito. Alessandro Preziosi interpreta il principe della risata con intensità e misura, tra parole e musica dal vivo. Una produzione firmata AMA Calabria per l’apertura della stagione teatrale 2025/2026 diretta da Francescantonio Pollice.

  05 novembre 2025 13:29

di GUGLIELMO SCOPELLITI

Un viaggio dentro l’anima del principe della risata, un omaggio al genio e alla fragilità di Antonio De Curtis. È questo lo spirito di “Totò oltre la maschera”, il recital che inaugurerà la stagione teatrale 2025/2026 di AMA Calabria, sotto la direzione artistica di Francescantonio Pollice. Sul palco, Alessandro Preziosi,interprete raffinato, darà voce e corpo al Totò più intimo e nascosto, quello che pochi hanno conosciuto davvero.

Il recital andrà in scena giovedì 6 novembre al Teatro Comunale di Catanzaro e venerdì 7 novembre al Teatro Grandinetti di Lamezia Terme, entrambi con inizio alle 21.

Un omaggio intenso e poetico al Principe della risata, costruito attraverso le parole, le lettere e le interviste di Totò, con l’adattamento di Tommaso Mattei e l’accompagnamento musicale dal vivo di Daniele Bonaviri. Dopo il successo ottenuto nei teatri di tutta Italia, Totò oltre la maschera arriva in Calabria per aprire una nuova stagione all’insegna dell’emozione e della grande interpretazione.

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Ne abbiamo parlato con Alessandro Preziosi, protagonista dello spettacolo.

Come nasce il desiderio di portare in scena un omaggio ad Antonio De Curtis e cosa l’ha spinta a guardare oltre la maschera?

«Questo è un progetto che è nato nel 2017, anzi nel 2018, e come tutte le cose che mi è capitato di amare e di essere assorbito sia a livello umano, perché chiaramente Totò appartiene alla mia cultura adolescenziale. La curiosità era quella di riuscire a capire chi fosse in realtà Antonio De Curtis al di là del suo lavoro. Cosa succede nelle stanze, nell’abitazione, nella vita privata. Soprattutto entrare nei suoi pensieri. Questo ci ha permesso di creare un’alternanza tra riflessioni condivise in una straordinaria intervista che fece con Oriana Fallaci

Totò viveva una sorta di doppia personalità: da una parte un genio comico, dall’altra un uomo profondamente malinconico. In che modo ha cercato di far emergere questa doppia dimensione sul palco?

«Raccontando l’aspetto più irriverente e distaccato che aveva nei confronti della sua maschera, e mostrando in che modo il suo modo di vedere la vita si trasformava creativamente e artisticamente attraverso il suo lavoro. Il presupposto di tutto è la povertà, la miseria, le condizioni difficili con cui Totò ha iniziato la sua vita. L’incipit del racconto parte proprio da lì, perché come il comico che decide volontariamente di non far più ridere il pubblico, nel mio reading c’è un momento in cui dico: “Io stasera non reciterò, però se non mi credete tanto vale andarci a prendere un caffè”. Ed è proprio lì che, paradossalmente, si ride ancora di più

Totò ha vissuto in un’Italia diversa, che sognava di rialzarsi. Oggi invece viviamo in un’epoca di disincanto. Pensa che Totò possa ancora insegnarci qualcosa?

«In questo momento no, non credo che ci siano orecchie in grado di ascoltare quello che Totò dice. I tempi sono drasticamente cambiati. L’unica cosa che ci può insegnare è forse a guardare oltre la nostra maschera. La maschera serve a proteggerci dalle cose della vita, ma solo fino a un certo punto. In questa intervista con Oriana Fallaci, Totò passa attraverso un momento in cui dice “leviamo questa maschera” e comincia a raccontare la sua vita da casa, le passioni per le donne, la solitudine, i primi incontri di lavoro, lo squallore dei primi teatri. È come mettere sotto la lente di ingrandimento il comico: ci fa meno ridere, ma ci affascina per la sua sincerità.»

Lo spettacolo invita a guardare oltre la maschera, quindi se dovessimo farlo anche con lei cosa troveremmo oltre la sua?

«Io non ho mai fatto mistero di essere una persona estremamente più semplice e meno complicata di quello che sembra. Sono una persona che vive una vita estremamente normale. Non so quello che appare al di fuori, ma non credo di aver messo su chissà quale maschera, faccio il mio lavoro con molta profondità. Forse si troverebbe maggiore lunaticità di quella che in realtà sembra

Portare questo spettacolo in Calabria è anche un ritorno al Sud che l’ha sempre accolta. Cosa la lega a questa terra, sia artisticamente che emotivamente?

«La Calabria è un luogo dove sono tornato spesso. Ho girato tanto tempo fa un bellissimo film per la tv, Liberi di scegliere, entrando molto nel cuore pulsante, umano, antropologico di questa regione. Anche se segnato dalla grande pesantezza della ’ndrangheta, ho conosciuto associazioni che cercano di dare maggiore spazio ai ragazzi provenienti da quelle famiglie. Ci sono molto legato: è un posto dove sento il mare vicino, la montagna vicina, la gente vicina. Al di là del pudore e dei modi che possono avere i calabresi, è un luogo dove mi sento immediatamente in una condizione di grande familiarità

Come artista ha attraversato cinema, teatro e televisione. Che consiglio darebbe a un giovane che sogna di salire sul palco?

«Di salirci e di vedere come va, questo gli posso consigliare. Non sono lavori che si possono sognare questi: bisogna essere estremamente pratici, anche se sembrerebbe esattamente il contrario

Oggi molti ragazzi scoprono personaggi come Totò attraverso i social. Come lo presenterebbe a questi giovani? Da dove partirebbe?

«Partirei da La banda degli onesti: innanzitutto farei vedere un film, e poi racconterei momento per momento tutti i sacrifici e le difficoltà che ha vissuto questo grande comico, per far capire che la comicità non è frutto di leggerezza ma della capacità di osservare la vita da vicino, non attraverso i social

Se Antonio De Curtis potesse assistere al suo spettacolo, pensa che sorriderebbe, si commuoverebbe o le direbbe semplicemente di non prendersi troppo sul serio?

«La terza che hai detto (ride).»

I biglietti sono disponibili presso le biglietterie del Teatro Comunale di Catanzaro e del Teatro Grandinetti di Lamezia Terme, oltre che su www.amaeventi.org.
Per informazioni: 0961.741241 – 389.0670191 – 0968.24580 – 334.2293957 o info@amacalabria.org.

 


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